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Il mio portfolio fotografico si concentra attorno a due temi fondamentali: L’assenza, quindi il vuoto, e l’attesa.
Ho voluto rappresentare ciò fotografando i luoghi d’aspetto: sale d’attesa o anche semplicemente panchine dove attendiamo un qualcosa o un qualcuno.
Mi affascinano molto questi posti perchè sono luoghi di pensieri, luoghi di emozioni e sentimenti, contenitori di pensieri contrastanti tra di loro.
Nell’attesa possiamo illuderci, costruire i nostri castelli e fortificarli… un’intera vita scorre in essa.
La sala d’attesa è un luogo di tranquillità  e di meditazione, e, in un momento dove tutto sta accelerando, bisogna infondere nel fruitore un senso di tranquillità .
Ma come comunicare questo senso di tranquillità  e calma al fruitore?
Attraverso l’assenza e il vuoto.
Le mie sale d’attesa sono vuote, non c’è la presenza umana.
Volevo sottolineare in maniera semplice il concetto di assenza, di vuoto .
Il vuoto è portatore di tutte le forme, come la luce è portatrice di tutte le immagini per la fotografia, come il suono è portatore di tutti i suoni per la musica.
Il vuoto avrebbe la qualità , quindi, di contenere e fare emergere tutte le forme. Anche un’immagine, una foto, può, essere portatrice di linguaggi e rappresentazioni che colmano l’immaginazione, nel quale l’impensabile si concretizza e prende forma.

Voglio dare a chi guarda la fotografia un’impressione di calma spaziale, di rigore compositivo, di serenità .
Nessuno si è mai fermato ad osservare la bellezza delle sale d’attesa completamente vuote; una bellezza statica. La presenza umana può dare senso di disordine, di caos.
Il mio obiettivo è riportare l’ordine in questa moltitudine di pensieri che convivono in questo contenitore psichico. Voglio riempire questa assenza visiva con i pensieri del fruitore.
Si possono anche definire dei palcoscenici in cui, o deve compiersi qualcosa, o è già  avvenuto quel qualcosa. E’ come un fermo immagine in cui il tempo si è momentaneamente fermato.