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Paolo Costanzi nasce a Frascati (RM) il 18 novembre 1986. Nel 2009 consegue la laurea triennale in LINFO, Lingue nella società  dell’informazione, con la tesi in Glottologia: “Minoranza e identità : alcune considerazioni sociolinguistiche della lingua sarda”. Nel 2011 termina il suo corso di laurea magistrale in Informazione e sistemi editoriali con la tesi “L’etica della responsabilità  nel giornalismo contemporaneo”. Ora è giornalista professionista presso la Scuola di Giornalismo Lumsa. Cerca di coniugare il lavoro con la sua passione: la FOTOGRAFIA.

PAESEItalia

ATTREZZATURACorpo macchina: . Canon 650d Obiettivi: . Canon 40mm . Canon 18-135mm

Vela di Calatrava – Città dello Sport

Doveva essere la “Città dello sport”, si è rivelata essere l’ennesimo spreco italiano. Il complesso sportivo fu progettato per ospitare i Campionati mondiali di nuoto del 2009, e ora che siamo nel 2015 è ancora fermo lì, incompleto. Inizialmente il costo dei lavori – che ebbero inizio nel 2005 quindi ben dieci anni fa – si aggirava intorno ai 120 milioni di euro e non prevedeva quella struttura metallica a forma di vela che poi ha dato il nome all’intero polo sportivo. Ed è proprio con l’inserimento di questo nuovo progetto dell’architetto spagnolo Santiago Calatrava che i costi iniziano a lievitare. Nel frattempo la mano passa alla Protezione Civile che affida l’esecuzione dei lavori alla società “Vianini Lavori Spa” del Gruppo Caltagirone. Dai pochi – si fa per dire – 120 milioni si passa a oltre 200 per poi arrivare fino a superare i 600 milioni di euro: troppi, dunque i lavori si fermano dal momento che ne mancano all’appello circa 400 e che nessuno vuole più sborsare un euro. La Protezione Civile si sfila dalla cordata e rimane solo il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Delle due Vele solo una è finita, della seconda ci sono solo i grossi pilastri di sostegno per la sovrastante struttura metallica a rete. Se da un lato c’è la proposta del siciliano Giovanni Caudo, assessore all’Urbanistica di Roma, di convertire il tutto in un enorme orto botanico da 130 ettari, in pratica il più grande giardino coperto del mondo, dall’altro c’è il Codacons che senza tanti fronzoli afferma: «Buttate giù quel mostro. Danneggia il paesaggio e la collettività». Ancora più in là un’altra idea: trasferirvi la Facoltà di Scienze Naturali dell’Università di Tor Vergata. E dopo questa, caliamo il sipario.

Canon 650d + Canon 18-135

Viale dell'Archiginnasio, Roma, RM, Italia

14/10/2015

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