Avatar MATILDE MORSELLI

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Socially Introspective #1

Raccontare Istanbul non è semplice né a parole né attraverso la fotografia. Della megalopoli turca ho mille e più immagini, alcune le ho scelte, altre non ho potuto scattarle, e poi ci sono quelle che ho deciso restassero nella mia mente. Molte foto sono capitate casualmente, sono arrivate senza una ragione e si sono infilate in punta di piedi in un’idea che lentamente stava prendendo contorni e forma e che nasceva dalla necessità di ascoltare storie e di provare a raccontare la mia. Questa esperienza “socialmente introspettiva” ha portato il mio sguardo su un elemento particolare: la “solitarietà” degli istanbulioti. Non è semplice trovare un termine che possa definire in modo esauriente questo concetto. L’impressione è duplice: una volontà che da una parte vuole fuggire dal contesto profondamente caotico e d’altra parte sente di non potere non farne parte. La mia solitudine ha permesso la possibilità di accorgermi di questo spaccato cittadino, toccarne l’essenza, interrogarmi su ogni sguardo, movimento, parola, gesto e capire, comprendere una dinamica che rende così affascinate una metropoli di per sé culturalmente incredibile e socialmente difficile da descrivere. Queste venti immagini sono un capitolo, un paragrafo che si pone l’obiettivo, forse pretenzioso, di raccontarne la gente che la vive fuori dal contesto: immagini “solitarie” che raccontano storie personali, venti immagini per raccontare il fascino delle persone sole e la poesia racchiusa nelle loro vite.

Istanbul, Turchia

2/12/2015

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