La buona provincia

Ogni provincia è un’isola. Solo, non sai dove finisce e non sai dove inizia. In questo lavoro voglio celebrare la provincia italiana (qualsiasi cosa sia), non nel senso della sua abolizione politico-amministrativa (qualsiasi cosa vi abbiano detto che sia). Parlo invece della buona provincia, l’unica che c’è, composta da certezze, alcune delle quali presento qui, in ordine sparso: il Campo di calcio; il Centro Polivalente; il Belvedere; La Grotta della Madonnina; il Cimitero; il Cinema all’aperto… naturalmente le nostre provinciali certezze sono molte altre e numerose: la Piazza, il Baretto, il Capannone, La Stazione, il Depuratore delle acque; L’Agriturismo, il Campo nomadi, La Villa Storica, ecc. ecc.

Formalmente, il tondo e uno stile low graphic vogliono rappresentare questo mondo (liminale, per usare parole impegnative), che non è del tutto urbano e non è del tutto agricolo, che non sai dove finisce perché non sai dove inizia la provincia vicina, con le rispettive grettezze-certezze e magagne ambientali e il traffico e la cronaca nera e i suoi immigrati-che-minacciano-le-nostre-tradizioni e l’accento diverso, e così via.