Scopri tutti i segreti e le tecniche della fotografia macro per immortalare la vita che si risveglia a primavere.

12 Aprile 2021 di Redazione Redazione

La primavera è la stagione migliore per la fotografia macro! Fiori, farfalle e altri insetti tornano alla vita in questi mesi. E diventano il soggetto ideale dei nostri scatti. Ecco qualche consiglio per realizzare macro da veri professionisti.

Fotografia macro o close-up?

C’è spesso molta confusione fra i termini close-up e macro. Sono spesso usati come sinonimi, ma in realtà hanno significati diversi e specifici. La chiave è sapere cosa significa “a grandezza naturale”.

Un’immagine a grandezza naturale è una nella quale il sensore registra il soggetto esattamente nelle stesse dimensioni che ha nella realtà. In questo caso, si parla di un rapporto di riproduzione di 1:1. Se lo stesso soggetto riempisse metà dell’inquadratura, si parlerebbe di una riproduzione a metà della grandezza naturale, o 1:2. E se solo metà di quel soggetto potesse essere fatta rientrare nell’inquadratura, allora sarebbe il doppio della grandezza naturale, o 2:1.

In termini tecnici, si definiscono close-up (“primi piani”) le immagini che variano tra 1:10 e 1:1. Cioè tra un decimo della grandezza naturale e la grandezza naturale stessa. Di solito si tratta di riprese di insetti, corolle di piccoli fiori, ma anche francobolli, monete, ecc.

La fotografia macro, invece, spazia dalla grandezza naturale a ingrandimenti fino a 10 volte, cioè da 1:1 a 10:1. Ingrandimenti maggiori rientrano nell’area della “microfotografia”. Un altro modo di indicare la proporzione della riproduzione è riferirsi direttamente all’ingrandimento. Se qualcosa viene ingrandito fino a 4 volte la grandezza naturale, cioè una proporzione 4:1, si indica anche come 4x.

fotografia macro

Le ottiche per fotografare macro

Ci sono obiettivi che recano la scritta Macro ma non sono macro “veri”. Questi ultimi, infatti, hanno tutti un rapporto di riproduzione 1:1. Le ottiche macro specialistiche sono piuttosto luminose (in genere hanno massima apertura intorno a f/2.8) e possono ridurre molto la profondità di campo. Con i loro livelli di ingrandimento, la messa a fuoco è difficile a diaframmi aperti e conviene passare alla modalità manuale. Non possiamo permetterci errori tecnici. Fermiamo bene la testa del treppiede, blocchiamo lo specchio e usiamo un sistema di scatto remoto. Qualsiasi approccio si scelga, un buon trucco è mantenere la macchina parallela al piano del soggetto.Se scattiamo inclinati dall’alto o dal basso, una porzione più ampia rimarrà sfocata.

Check immediato

L’uso del treppiede contribuisce ovviamente a una maggiore nitidezza negli scatti macro. Infatti, anche solo il movimento naturale del nostro corpo può causare un leggero effetto di mosso, indipendentemente dalla messa a fuoco vera e propria. Controlliamo subito i risultati sul display con la massima attenzione, usando la funzione di zoom per ingrandire i dettagli. Il rischio, altrimenti, è quello di non riuscire a individuare le più leggere sfocature sullo schermo e scoprirle solo più tardi al computer senza la possibilità di rifare lo scatto.

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