Luciana Trappolino - Al Muro del Pianto (Western Wall)
Al Muro del Pianto (Western Wall)
Il Muro del pianto è il luogo più sacro per la religione ebraica in quanto è tutto ciò che rimane dell’antico tempio di Gerusalemme, distrutto nel 70 dC..
Per gli Ebrei il Muro riveste un luogo oltreché di preghiera, anche di vita quotidiana, in quanto è la stessa vita ad essere scandita dalla preghiera e da tutti i rituali religiosi: ed allora ci si reca al Muro nel corso della giornata, anche più volte, per pregare, per parlare di religione, per incontrarsi.
La preghiera è un rito che si ripete quotidianamente, sia per gli uomini che per le donne; molte delle preghiere vengono scritte in foglietti lasciati nelle fessure del muro: ce ne sono a milioni.
La preghiera è caratterizzata da un dondolio frenetico avanti e indietro.
Le regole per pregare sono quelle dell’ebraismo ortodosso: uomini e donne devono restare separati e solo agli uomini è permesso di indossare i tefillin (gli astucci neri contenenti rotoli di pergamena su cui sono iscritti versetti della Torah), gli scialli di preghiera e le kippah, e intonare dei canti di preghiera; alle donne è anche vietato toccare i testi sacri presenti al Muro, così come è fatto loro divieto di guidare una preghiera.
L’accesso al Muro per le donne continua ancora oggi ad essere un tema spinoso, ed è evidente che non è solo per una questione di spazio, più piccolo per le donne e più grande per gli uomini.
Il movimento Women of the Wall, nato nel 1988 (WOW) si batte da anni affinché anche alle donne vengano riservati gli stessi diritti di pregare al muro del pianto e con gli stessi rituali degli uomini, abbattendo quel muro di separazione che li divide.