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Aurelio Negroni - Città natura e benessere

Città natura e benessere

Val d’Orcia, terra di vento e di deserto
“… Pausa di privilegio alla mia traversata – sosta che l’animo in accelerazioni di slanci desidera smanioso e quasi ingordo – è la terra orciana, quella più alta, oltre San Quirico, fino a Montepulciano, a Pienza. Visione che appare come un fondale della memoria o un luogo del sogno su cui un oscuro senso esaltato percepisce il brivido d’una misteriosa ventilazione.
La Val d’Orcia, come tutta la Toscana, è celebre in tutto il mondo come simbolo di civiltà  laica. Anche le più piccole comunità  sono gelose della loro indipendenza, le questioni della politica locale si discutono animatamente in ogni dove. Tra i colli e i cipressi della Val d’Orcia, però, passa una delle più importanti “vie della fede” d’Europa. Intorno a essa, nel Medioevo, sono sorte chiese e abbazie di straordinario fascino.
E’ stato Carlo Magno, secondo una tradizione non confermata dagli storici, a ricevere tra il 774 e il 781 da papa Adriano I le reliquie di San Sebastiano e Sant’Antimo e a fondare in loro onore uno dei più importanti monasteri della Toscana. Anche se il re dei Franchi (e futuro imperatore) non si è fermato in Val d’Orcia, è certo che l’abbazia di Sant’Antimo era già  officiata nell’814.
Nikon D800 Nikkor AFS 16-35 f4

Siena, Italia

28/4/2017

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