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Raffaele Battista - Daunia, poesia di un paesaggio / I colori della neve

Daunia, poesia di un paesaggio / I colori della neve

Amo la fotografia.
Non passa giorno che io non dedichi tempo a questa
grande passione. Ho cominciato a fotografare da
giovanissimo quando ho ricevuto in regalo da mio
padre la mia prima reflex, una Minolta che ancora
oggi conservo gelosamente, così come tutte le altre
che sono seguite. Mi piace conservarle e ogni tanto
ammirarle, perché mi hanno accompagnato in tanti
momenti belli della mia vita immortalando situazioni
irripetibili che spesso hanno segnato anche la mia
vita. Quel regalo ha rappresentato per me l’inizio
di un percorso fatto di lettura, di studio, di ricerca,
di stimoli, di emozioni, di creatività  e di tanta voglia
di imparare. Ancora oggi questo desiderio è vivo e
più che mai forte. Il percorso fotografico intrapreso
in tantissimi anni mi ha dato modo di acquisire la
tecnica, ma quello che oggi più mi preme è il confronto,
la condivisione e la ricerca di nuovi orizzonti
che, a mio avviso, sono gli ingredienti essenziali per
definire un proprio percorso artistico, uno stile.
Nella rappresentazione di quello che io fotografo
ho da sempre cercato di cogliere gli aspetti più
belli e poetici tralasciando la fotografia di denuncia
che solo in rari casi ho realizzato. Negli ultimi
anni ho dedicato molto alla fotografia di paesaggio
fotografando soprattutto nella zona in cui vivo,
la provincia di Foggia, nella meravigliosa terra di
Puglia. In questa incantevole terra, la “Daunia”, ho
cercato e rincorso le mie emozioni. Quando mi è
possibile, godendo della pace e del silenzio, interrotto
solo dal fruscio del vento o dal canto degli
uccelli, trovo ispirazione per i miei scatti. In questi
splendidi angoli di Paradiso, quasi a placare la
sete di emozioni, sono alla continua ricerca di giochi
di linee sinuose che s’inseguono o s’incrociano
a formare armoniose geometrie, con l’alternanza
di colori forti come il rosso dei papaveri, il giallo
dei girasoli o dell’azzurro del cielo, i toni verdi del
grano e le mille sfumature di una terra generosa.
Colori che esprimono a tratti gioia di vivere e a tratti
anche malinconia, così come le burrascose nuvole
che proiettano le loro ombre e lasciano filtrare raggi
di luce che condiscono una natura maestosa ma semplice,
intrisa di una bellezza che scalda l’anima e ti
prende il cuore.
Così il paesaggio trascende a dimensione di sogno,
diventa poesia.
L’alternarsi delle colture fanno da scenario mozzafiato
ad una natura che non si è risparmiata, e come
il seno materno accoglie nutre e protegge. Si scorge
la presenza dell’uomo attraverso il lavoro che svolge
nei campi. I solchi tracciati dall’aratro lasciano il
segno e i ghirigori del trattore testimoniano un’antropizzazione
dei luoghi.
Molto influisce lo stato d’animo. Intense gioie o intensi
dolori sono il pretesto per scavare nell’intimità 
più profonda dell’anima alla ricerca, talvolta ossessiva,
talvolta rigenerante, di quelle sensazioni ed
emozioni, e la macchina fotografica, nelle mani del
fotografo, diviene come la tavolozza nelle mani del
pittore. Trascende la realtà  liberandosi dal formalismo
per dar sfogo a tutta la creatività  e l’estro artistico
congelando sensazioni ed emozioni nella semplicità 
compositiva del minimalismo: l’arte del “less is
more”. Il significato letterale è “meno è più” o “meno
è meglio” è la sintesi giusta per esprimere il minimalismo
fotografico. Tale espressione indica una riduzione
della realtà  tesa ad un processo di sottrazione
creativa degli elementi in una continua ricerca della
semplicità  facendo emergere, attraverso le naturali
forme, linee e colori, la vera essenza introspettiva del
fotografo e del paesaggio. Questo concetto, a mio
avviso, trova facilità  di espressione in uno stile di vita
semplice, sobrio, essenziale, elegante; valori spesso in
contrasto con i modelli di vita proposti da uno sviluppo
incontrollato e confuso della società .
Un processo di catarsi estetica, ovvero di liberazione e
purificazione; il piacere di gustare il simile interiore con
il simile esteriore, rappresentando attraverso l’essenzialità 
una liberazione delle proprie passioni purificata dal
superfluo.

Luogo non specificato

18/7/2016

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