FEDERICO SERRADIMIGNI - Isola di Pianosa – ex carcere speciale
sezione isolamento
Questo gruppo di foto sono state tutte scattate, con regolare autorizzazione del ministero della giustizia alla pubblicazione, all’interno delle strutture abbandonate dall’ex carcere speciale di Pianosa, nell’arcipelago toscano.
La struttura ha chiuso definitivamente nel 1996 e l’isola che la ospitava è diventata parco nazionale (insieme alle altre isole dell’arcipelago).
Ma la cosiddetta “isola del diavolo” non può prescindere dalla sua storia e tutti i resti di queste strutture la marchiano in modo inequivocabile. Il vento e il salmastro corrodono le strutture, le piante cercano di prendere il sopravvento ma all’interno si trovano ancora rari segni della sofferenza e della “vita” di coloro che tra queste mura hanno espiato le proprie pene. ” La solitudine è ascoltare il vento e non poterlo raccontare a nessuno” è una frase di Jim Morrison che mi è ritornata più volte alla mente girando da solo all’interno di queste mura, ed il vento in quest’isola piatta è una costante che soffia da direzioni diverse ma soffia sempre ed ho sempre immaginato che abbia intrattenuto la maggior parte dei pensieri di tutti indistintamente, quelli che hanno vissuto sull’isola per espiare una pena o per fare da guardiani a chi questa pena doveva scontare.
Ho cercato di raccontare l’esistenza delle persone in queste strutture attraverso le ormai poche tracce rimaste e mi sono reso conto dopo aver scattato tante foto che alla fine le più rappresentative ed intense erano perlopiù quelle che avevano un unico soggetto. Non era un caso se a raccontare la solitudine, la sofferenza, il percorso che gli esseri umani hanno avuto fra queste mura, con i loro pensieri, il loro dolore e le loro speranze fosse un immagine pulita, diretta, senza aiuti.
Questi scatti in particolare provengono tutti dalla sezione isolamento. Solo “game over” è stata scattata nella ex sala ricreativa del corpo di sorveglianza.