Sono Riccardo Brunetti, laureato all’Università di Architettura di Venezia, sono sempre stato affascinato dalle arti visive, da cira 15 anni cerco di perfezionare una mia personale visione della fotografia.
La mia immaginazione produce con continuità scenari legati al mondo della fantasia e dell’avventura, perciò sono sempre a caccia di ambienti, cose e personaggi coerenti con il mio orizzonte visionario.
Per raccontare queste storie non metto in fila delle foto, male sovrappongo come in un mazzo di carte, poi lavoro con trasparenze e perforazioni, il risultato non è una semplice somma di immagini ma una nuova ed emozionante creazione.
Ho raccolto questi lavori in un ciclo denominato : “Racconti dell’Extrazona” : l’espediente è immaginare di aver scoperto un’antica e vasta libreria nei cui libri trovare ispirazione per descrivere nuovi racconti.
“Dagli echi di memorabili letture,
scenari ricostruiti con trasporto e fantasia.
Dalle pagine trovate sugli inesauribili scaffali di una vasta libreria,
tanto vasta da essere ogni suo libro non meno che inventato”
Sono Riccardo Brunetti, laureato all’Università di Architettura di Venezia, sono sempre stato affascinato dalle arti visive, da cira 15 anni cerco di perfezionare una mia personale visione della fotografia.
La mia immaginazione produce con continuità scenari legati al mondo della fantasia e dell’avventura, perciò sono sempre a caccia di ambienti, cose e personaggi coerenti con il mio orizzonte visionario.
Per raccontare queste storie non metto in fila delle foto, male sovrappongo come in un mazzo di carte, poi lavoro con trasparenze e perforazioni, il risultato non è una semplice somma di immagini ma una nuova ed emozionante creazione.
Ho raccolto questi lavori in un ciclo denominato : “Racconti dell’Extrazona” : l’espediente è immaginare di aver scoperto un’antica e vasta libreria nei cui libri trovare ispirazione per descrivere nuovi racconti.
“Dagli echi di memorabili letture,
scenari ricostruiti con trasporto e fantasia.
Dalle pagine trovate sugli inesauribili scaffali di una vasta libreria,
tanto vasta da essere ogni suo libro non meno che inventato”