Trieste, risiera di San Sabba

Premessa: amo molto, dal punto di vista fotografico, gli ambienti abbandonati, le rovine, l’archeologia industriale. A volte mi ritrovo a girovagare in città che non conosco, magari in occasione di un viaggio di lavoro dal quale ritaglio un paio d’ore, alla ricerca di ambienti interessanti.

Il 10 febbraio è il giorno della memoria delle vittime delle Foibe, ma è stato per pura combinazione che mi sono trovata proprio quel giorno a Trieste, con uno spazio appunto di un paio d’ore da dedicare alla mia passione. Lo confesso, non conoscevo la storia della risiera di San Sabba: sono arrivata lì seguendo non so bene quale richiamo, e quando sono entrata ho cominciato a realizzare dov’ero e cosa stavo vedendo.

E’ stata una visita terribile, toccante, ovviamente sconvolgente. E’ stata anche un’occasione imperdibile per fare un servizio completo a tutto il luogo: inspiegabilmente, sebbene fosse il giorno del ricordo, il sito era praticamente deserto. Tra l’altro, nella mia personale interpretazione della cosa fotografica, le situazioni di codesto tipo sono i soggetti ideali per la tecnica dell’HDR a cui mi dedico con grande passione da molti anni.

Tutte le foto sono fatte con una Olympus OM-D E-M1 usando due lenti (Panasonic 7/14 e Zuiko 12/40 F2.8 pro). Tutti gli scatti sono stati fatti in bracketing (serie da 5 con 2 stop di incremento) e poi elaborati con Lightroom e Photomatix.