Avatar Riccardo Crevatin

Nato a Trieste nel 1964 dove vivo. Fotografo dal 1987. Ho iniziato con una Olympus XA (ovetto) per passare poi ai corpi Canon Analogici (AE1-P, A1 e T90). Successivamente ho fotografato con una Canon EOS1000. Poi sono passato alla EOS100, EOS5 e per l'ultima analogica Canon EOS3 (che uso ancora con pellicola Fuji Velvia). Al digitale mi sono convertito con una Canon EOS 10D, EOS 40D, EOS 7D e poi alla Full Frame EOS 5D MKII. Oggi uso una EOS 1D MKIV e una EOS 7D modificata per l’infrarosso (filtro 665 nm) e una EOS 7D MKII. Sto testando una Olympus OMD EM-1 e una Fuji XT-2. Nei 30 anni della mia carriera da fotoamatore ho vinto un primo premio nel concorso internazionale Pollitzer nella sezione BW coppa Carmen Crepaz. Il primo premio nel concorso fotografico “I luoghi dei francesi a Trieste” con pubblicata la fotografia nella copertina del libro “Jean Sbogar” di Charles Nodier (Traduzione di Adriana Gerdina). Ho vinto poi altri concorsi minori svoltesi a Trieste. Ho effettua

PAESEItaly

ATTREZZATURACanon EOS 5D MK II, 1D MK IV, 7D modificata IR, 7D MK II, Fuji X-T2, Olympus OMD EM-1, Mamiya 645, Canon EOS 3 (analogica), Obiettivi Canon serie L da 14 mm a 400 mm e uno zoom Tamron 150-600 prima serie. Zoom serie PRO Olympus (12-40 2.8 e 40-150 2.8) e Zoom Fuji 18-55 2,8-4 e 50-140 2.8

Riccardo Crevatin - Wien – Underground – Stolen shots (Vienna – Metrò – Scatti rubati)

Wien – Underground – Stolen shots (Vienna – Metrò – Scatti rubati)

Sono immagini scattate a Vienna durante alcune visite alla città  negli anni 2000 e 2011.
Nel 2000 ho usato una Yashica T5 (occhio d’aquila) con pellicola Ilford XP2 mentre nel 2011 una Canon Poweshot G9. Sono scatti rubati a Vienna durante alcune visite alla città  negli anni 2000 e 2011.
Scatti colti al volo senza inquadrare andando semplicemente in giro. La vita di tutti i giorni, a Vienna. La vita sotterranea, nel cuore della capitale per cogliere le persone nella maniera più spontanea possibile ovvero scatti fatti con l’istinto della pancia come dice il grande fotografo e maestro Steve McCurry: “Gut instinct–Istinto della pancia, ancora. Guardo le foto, e prendo quella che mi emoziona di più. Quella che spiega meglio il mio racconto”.
La metropolitana mi ha sempre affascinato. In questo posto si riuniscono persone di tutte le razze e classe sociale. Un luogo dove ombre e luci si mescolano, diventando quasi un rifugio. Le esistenze, sottoterra, sembrano pellicole che corrono veloci come i treni. Eppure ci sono attimi per fermarsi, per leggere, dormire, pensare, ridere. Una vita protetta dalle ombre e dalle luci al neon che cambiano, forse, il significato profondo delle cose.
Spero di aver colto questa essenza e queste emozioni.
Le ho riscoperte dopo quasi 20 anni nel scansire il mio vecchio archivio fotografico e pur in un contesto diverso continuano ancora ad essere attuali.

Luogo non specificato

12/2/2018

Dati exif non disponibili

Foto 1 di 6

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