17 Giugno 2019 di Vanessa Avatar

Ansel Adams: Maestro dei maestri di questo linguaggio, ha rivoluzionato il procedimento fotografico con il suo sistema zonale, spazzando via il romanticismo pittorialista, di cui vi abbiamo parlato in un altro articolo ( per leggere l’articolo clicca qui)  per una più moderna e dettagliata visione del mondo.

«Il mondo cade a pezzi e Adams e Weston se ne vanno in giro a fotografare rocce», commenta caustico Henri Cartier- Bresson quando le suggestive immagini dei parchi nazionali americani di Ansel Adams e delle dune di Edward Weston arrivano in Europa, negli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso. Una caduta di stile da parte del sommo pontefice dell’istante decisivo che, certamente, non si può dire abbia fatto carriera rischiando la pelle in zone di guerra. Al contrario, l’opera di Adams e dei suoi colleghi del Group f/64, ha rappresentato per la storia della fotografia un passaggio epocale più ideologico e rivoluzionario di quanto Bresson e compagni abbiano inteso, o voluto far intendere. Quel cenacolo fondato da Adams nel 1932, di cui fanno parte, tra gli altri, lo stesso Weston, Imogen Cunningham e Willard Van Dyke, promuove una rappresentazione pura e diretta della realtà. Straight, l’aveva definita qualche decennio prima Alfred Stieglitz, una sorta di guru di quella generazione di moderni e disincantati fotografi, nonché precoce estimatore di Adams.

Ansel Adams: offre una visione del mondo nitida

I membri del sodalizio vogliono dare una visione del mondo nitida come quella prodotta dalla chiusura estrema del diaframma f/64, da cui la scelta del nome. Questo per superare la tradizione pittorialista di fine Ottocento, con le sue atmosfere sognanti e decadenti che, in Europa come in America, avevano fatto il loro tempo. Adams ripensa in toto l’atto fotografico e riconosce allo scrivere con la luce una propria specificità. Lo fa mentre celebra la bellezza della natura arcaica e incontaminata dei parchi e delle riserve statunitensi grazie a una tecnica sofisticata, il cosiddetto “sistema zonale”, che gli permette di rendere visibile l’intera gamma dei chiaroscuri e di avere perfettamente a fuoco ogni nervatura di quel paesaggio maestoso. Lì aveva cominciato a scattare da adolescente con una Kodak Brownie, durante le sue escursioni con la famiglia Dopo un periodo di pratica amatoriale, nel 1927 passa al professionismo con una commissione che gli fa guadagnare ben quattromila dollari. Entra a far parte del Sierra Club, una prestigiosa organizzazione ambientalista statunitense, grazie alla quale si dedica assiduamente alla fotografia di paesaggio. Prima di allora aveva studiato musica per diventare pianista, ma dopo alcuni anni aveva smesso, senza però dimenticarne la lezione di fondo: «(…) nella musica, come nella fotografia, occorre la disciplina per costruire le forme, controllare i valori, i toni. Le note devono essere precise  altrimenti è inutile suonare. Non esiste l’approssimazione del caso (…) quando stampo, poi, è come se avessi un metronomo in testa», racconta in un’intervista rilasciata poco prima della sua scomparsa, nel 1984. Le fotografie di Adams sono anche una testimonianza dello stato dei parchi nazionali americani prima degli interventi fatti per accogliere il turismo di massa. Sono state utilizzate soprattutto dal Sierra Club per promuovere iniziative per la tutela ambientale. Tuttavia, come lo stesso Adams ha dichiarato in tarda età, le sue foto non erano nate con questo intento, «(…) ma se sono utilizzate per sostenere la causa io ne sono felice». Egli fotografa per tutta la vita il paesaggio della West Coast e quello del più selvaggio Sud-Est, talvolta includendo anche i loro abitanti. Nel suo approccio, la “previsualizzazione” della stampa ha una funzione fondamentale poiché essa nasce prima dentro di sé e, dunque, è la premessa fondamentale per ottenere un certo risultato. Controlla ogni fase del processo fotografico con cura maniacale attraverso il “sistema zonale”, ancora oggi considerato una sorta di vangelo per i seguaci del bianco e nero.

 
Immagine in evidenza

Tronchi d’albero in acqua in primo piano e ruscello che scende dalle montagne sullo sfondo.
Roaring Mountain, Yellowstone National Park, Wyoming, 1941. National Archives, rif. 79-AA-710

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