30 Giugno 2019 di Vanessa Avatar

Ha soli ventidue anni Gianni Giansanti (1956-2009) quando, il 9 maggio del 1978, scatta una fotografia destinata a rimanere impressa nella memoria di intere generazioni: in Via Caetani a Roma, viene ritrovato il corpo di Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse. Quello scatto a colori, “rubato” negli attimi concitati del ritrovamento, sarà scelto per la copertina del TIME proiettando il fotografo verso una carriera internazionale. Da allora, Giansanti sarà testimone di alcuni dei fatti più importanti di quegli anni, come il colpo di Stato in Turchia nel 1980, girando il mondo, dalla Libia a El Salvador, dal Libano al Senegal, alla Jugoslavia. Curioso e desideroso di non smettere mai di imparare, Giansanti si dedicherà anche alla fotografia di ritratto e di sport (citiamo i libri su Jacques Villeneuve e Alessandro Del Piero). Non solo i grandi fatti della storia, dunque, ma anche i grandi personaggi, o meglio gli uomini e le donne, “indagati” da Giansanti con uno sguardo attento, privo di orpelli, capace di andare nel cuore delle loro storie. Tra i suoi tanti lavori, ricordiamo “Un giorno nella vita privata del Papa”, realizzato da Giansanti nel corso di sei mesi trascorsi con Giovanni Paolo II in Vaticano, che gli valse il primo premio al World Press Photo nel 1988

Immagine in evidenza via El País

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