21 Giugno 2019 di Vanessa Avatar

Il ritratto è un genere praticato sin dagli esordi della fotografia, quando artisti e fotografi credevano nell’idea di mostrare le qualità fisiche e morali delle persone che ritraevano. Tale approccio è tuttora praticato nell’ambito di una ritrattistica tradizionale che cerca di entrare in contatto con il soggetto, per comprenderne e interpretarne le emozioni e i sentimenti attraverso le immagini. Ciò è facilmente riscontrabile nelle opere di autori come Nadar, Disdéri, Julia Margaret Cameron, Lewis Carroll, Gustave Le Gray e in tanti altri fotografi vissuti a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento. Successivamente, il ritratto fu praticato sempre più spesso nella fotografia di viaggio, documentaria, commerciale, fino al ritratto psicologico, poi utilizzato nella fotografia terapeutica. Autori che hanno lavorato in questa direzione sono, ricordandone alcuni, Richard Avedon, Brassaï, Walker Evans e August Sander. Per tutti il ritratto risulta uno strumento linguistico. In linea con queste esperienze artistiche e documentarie si muove la proposta di questo mese. L’invito è di sperimentare le variabili formali, interpretative e comunicative del ritratto. Quest’ultimo potrà essere realizzato senza restrizioni tecniche ed espressive, purché rappresenti lo stile comunicativo del suo autore

Scadenza 15/10/2019 e uscita sul numero 319 de Il Fotografo di novembre 2019

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