7 Giugno 2019 di Vanessa Avatar

In Piazza Ruggero Settimo, tra la città vecchia e la città nuova, sorge ilPoliteama Garibaldi. Imponente e  ispirato al Colosseo di Roma, il suo nome deriva dalla congiunzione di due parole greche: molti e guardare . Del 1865 è la delibera per la sua costruzione. Un anno per il progetto e già nel gennaio del 1867 sono all’opera le maestranze per i lavori di scavo. Pur subendo degli stop dovuti a vari problemi sorti tra il Municipio e l’impresa Galland, il cantiere fu portato a termine nel 1874. Giuseppe Damiani Almeyda, il giovane e brillante architetto che lo progettò, si ispirò al Colosseo. La sua forma semicilindrica del prospetto nasconde una sala a ferro di cavallo con due ordini di palchi e un profondo loggione che poteva contenere cinquemila spettatori. Il teatro diurno – inizialmente non era prevista la copertura –, destinato a un pubblico popolare che amava anche l’operetta, concerti di musica contemporanea e leggera, fu inaugurato il 7 giugno con la rappresentazione I Capuleti e i Montecchi  di Vincenzo Bellini. Tre anni più tardi fu realizzata la copertura in metallo e nel 1891 furono completati gli ultimi lavori di abbellimento in occasione della grande Esposizione Nazionale a Palermo. L’edificio non ospitò nel tempo solamente delle attività teatrali, ma anche la Galleria d’arte moderna di Palermo nel Ridotto del teatro e l’attività di cinematografo. È ancora oggi uno dei simboli più rappresentativi e amati della città.

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