14 Dicembre 2019 di giorgia Avatar

E’ una delle pioniere del fotogiornalismo moderno, che con le sue tecniche e serie fotografiche ha rivoluzionato il reportage. Susan Meiselas, (Baltimora, 1948), tra le prime donne ammesse alla celebre agenzia Magnum Photos, arriva a Palermo sabato 14 dicembre per inaugurare la sua mostra al Centro Internazionale di fotografia di Palermo diretto da Letizia Battaglia.

Intimate Strangers, il lavoro di Susan Meiselas a Palermo

Intimate strangers, questo il titolo dell’esposizione, presenta Carnival Stripes e Pandora’s Box, due dei lavori più potenti della pluripremiata autrice, nota per aver fatto della fotografia un importante mezzo di denuncia sociale per combattere ogni tipo di violenza, da quella domestica – che racconta in vari progetti come Archives of Abuse (1992) e Room of their Own (2017)- a quella delle guerre (celebre il suo reportage sulla guerra civile in Nicaragua) oltre che strumento di impegno civile per la difesa dei fondamentali diritti umani, e in particolare delle donne, per cui quest’anno ha vinto il premio Women In Motion.

Carnival Strippers, la svolta nella storia del fotogiornalismo

In Carnival Strippers, confluisce un lavoro lungo tre estati consecutive, dal 1972 al 1975, in cui la Meiselas segue le spogliarelliste delle fiere di paese in New England, Vermont e South Carolina. Una documentazione attenta e scrupolosa fatta delle istantanee in bianco e nero non soltanto delle esibizioni sul palcoscenico ma anche dei loro momenti più intimi, alla quali la fotografa affianca le registrazioni audio delle voci delle protagoniste da lei stessa intervistate. Il risultato è un racconto multimediale che per la sua originalità e profondità segna un punto di svolta nella storia del fotogiornalismo, aprendo alla Meiselas le porte della Magnum, la più ambita e celebre agenzia di fotogiornalismo del mondo di cui entra a far parte nel 1967. Da quel momento il coinvolgimento dei soggetti fotografati attraverso la testimonianza diretta diventa una caratteristica del lavoro di Susan Meiselas, una metodologia d’indagine che costituisce per l’artista non solo una pratica analitica ma anche una forma di impegno civile.

Pandora’s Box, la “Disneyland” del sadomaso

Risale a vent’anni più tardi, Pandora’s Box (1995) -seconda parte del percorso espositivo- reportage che può considerarsi l’ideale prolungamento di Carnival Strippers . La serie realizzata in un club sadomaso di New York, svela l’esistenza di un altro rapporto con la violenza e il dolore, che qui è cercato e auto-inflitto per scelta. Pandora’s Box ci trasporta in un luogo esclusivo di 4000 metri quadrati all’interno di un loft di Manhattan, definito la ‘Disneyland della Dominazione’. Oscuramente teatrali e allo stesso tempo non studiate, queste fotografie esplorano una rete di stanze opulente e di set di uno storico “dungeon” newyorkese, dove la protagonista Mistress Raven insieme al suo staff di 14 giovani donne, si esibisce in riti di dolore e piacere fortemente formalizzati.
Info sulla mostra
Dal 15 dicembre al 16 Febbraio 2020
Centro Internazionale di Fotografia
Cantieri Culturali alla Zisa
Via Paolo Gili, 4
Ingresso gratuito
Orari Apertura Mostra:
Mar-Dom dalle ore 9.30 alle ore 18.30
Chiusura: Lunedì.

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