18 Marzo 2019 di Redazione Redazione

Il 9 novembre del 1924 nasce Robert Frank.
Le domande di Jack Kerouac su una delle sue icone, la
ragazza dell’ascensore fotografata a Miami durante il lavoro The Americans.Quale è il suo nome? Quale è il suo indirizzo? È Jack Kerouac a porsi queste domande mentre scrive la prefazione di The Americans e si trova di fronte al volto della quindicenne Sharon – The Elevator Girl – fotografata nel 1955 in un ascensore di Miami da Robert Frank. Come dire che c’è una Storia della Fotografia, ed una storia della fotografia, e che le nostre domande devono essere rivolte ad entrambe.

In fotografia c’è un prima e un dopo Robert Frank. Lo spiega molto bene Philip Gefter, giornalista del NY Times, nel libro “Photography After Frank”: The Americans ha dato inizio alle nuove sfide della fotografia contemporanea: la tecnica, la luce, le regole narrative, il viaggio e il suo movente,la fotografia documentaria. Per fare qualche nome: Stephen Shore, Ryan McGinley, Annie Leibovitz, Philip-Lorca diCorcia, tutti si sono confrontati con il viaggio di Robert Frank attraverso l’America, e probabilmente con le domande di Jack Kerouac e di tutti noi.
La storia è piuttosto nota. Nel 1955 Robert Frank attraversa gli Stati Uniti grazie ad una borsa di studio della Fondazione Guggenheim, realizza un lungo lavoro pubblicato per la prima volta nel 1958 dall’editore francese Delpire con il titolo Les Américains (e questa è l’edizione per collezionisti). Poi, tutto è entrato nella Storia della Fotografia, il lavoro è stato ripubblicato nell’edizione americana con la prefazione di Jack Kerouac ed oggi è best seller dei tedeschi di Steidl.Ma torniamo alla ragazza dell’ascensore. Sharon Goldstein aveva 15 anni quando è stata fotografata. Si è rivista in quella fotografia solo una quindicina di anni fa, durante una mostra a San Francisco.“Mi sono fermata di fronte a questa foto per almeno cinque minuti, senza capire il motivo per cui mi fossi bloccata lì” racconta Sharon “Solo dopo, ho capito che la ragazza nella foto ero io. In quell’ascensore, Robert Frank mi ha scattato circa quattro foto, senza flash. E poi, quando l’ascensore si è svuotato dei suoi ‘demoni”, mi ha chiesto di girarmi e di fargli sorriso.  Lui stesso ha fatto a me un sorriso. Ha visto qualcosa in me che la maggior parte delle persone non ha mai visto. Ho il sospetto che Robert Frank e Jack Kerouac abbiano visto in me qualcosa di più profondo, che solo le persone molto vicine a me possono vedere. In questa foto non c’è necessariamente la solitudine, è piuttosto… sognante”.
di Enrico Ratto

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