21 Giugno 2019 di Vanessa Avatar

Palazzo Ducale di Genova accoglie la prima grande retrospettiva italiana di Inge Morath, la prima fotografa a entrare a far parte della celebra agenzia fotografica Magnum Photos. Il lavoro di Inge Morath, prima di ogni cosa, è la testimonianza di un rapporto, di una passione, di una necessità con la fotografia. Un rapporto maturato negli anni attraverso esperienze ed incontri, nonché parte integrante della vita di una donna che è riuscita, con coraggio e determinazione, ad affermarsi in una disciplina all’epoca prettamente maschile. Nel corso della sua carriera ha realizzato reportage fotografici in Spagna, Italia, Medioriente, America, Russia e Cina. Non ha affrontato mai questi viaggi con superficialità, bensì con serietà, studiando la lingua, le tradizioni e la cultura di ogni regione dove si recava. Era capace di parlare correntemente tedesco, inglese, francese, spagnolo, rumeno, russo e mandarino. Che si trattasse di persone comuni o personaggi pubblici il suo interesse era identico e s’indirizzava sempre verso l’intimità di ciascuno.
Inge Morath ha imparato molto da Henri Cartier-Bresson a Ernst Haas e con cui ha collaborato in importanti reportage. Il suo stile fotografico affonda le sue radici negli ideali umanistici conseguenti alla Seconda Guerra Mondiale, ma anche nella fotografia del “momento decisivo”, così come l’aveva definita Cartier-Bresson. Le fotografie di Inge Morath riflettono la sua sensibilità, ma al contempo sono come pagine del suo privato diario di vita, come lei stessa scrive: “La fotografia è essenzialmente una questione personale: la ricerca di una verità interiore”.
 

Inge Morath
La vita. La fotografia

dal 21 giugno al 22 settembre 2019
Loggia degli Abati

 
Immagine in evidenza
Inge Morath, Un lama a Times Square, New York, 1957 @ Fotohof Archiv/Inge Morath/Magnum Photos

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