15 Marzo 2019 di Vanessa Avatar

Nato a Monte Carlo, a tre anni Pietro Donzelli (1915-1988) si trasferisce a Milano dove, ritornato dalla guerra, entra a far parte del Circolo Fotografico Milanese, trasformando la sua passione per la fotografia in una professione. Curatore, organizzatore di mostre e critico, oltre che fotografo, Donzelli è stato tra gli autori più influenti del Novecento, contribuendo all’affermazione della fotografia italiana nel secondo dopoguerra. E proprio agli anni successivi al conflitto, segnati dalla voglia di riscatto e di ricostruire un futuro, sono dedicati alcune delle sue immagini più suggestive, bianchi e neri scolpiti dalla luce. Il suo sguardo si posa, in particolare, sul Delta del Po, sulle genti che abitano lungo le sponde del grande fiume, fra terra e acqua: nasce così, nel 1953, la serie Terra senz’ombra, ispirata al cinema neorealista italiano e francese. Fotografie preziose non solo per il loro valore di documento storico ma anche per la loro poetica, capace di sopravvivere allo scorrere del tempo. Co-fondatore nel 1947 della rivista Fotografia, nel 1950 fonda a Milano L’Unione Fotografica. Sue opere sono esposte in importanti musei, tra cui il Museum of Modern Art di New York e lo Städel Museum di Francoforte.

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