12 Gennaio 2020 di Vanessa Avatar

Robert Doisneau e la fotografia

Ci sono fotografie che permangono nella memoria il tempo di un battito di ciglia e fotografie che, al contrario, sedimentano talmente in profondità nell’immaginario individuale da entrare a far parte di quello collettivo, guadagnandosi poi di norma lo status di icona o di simbolo. Due parole, queste ultime, usate spesso in maniera incauta in ambito fotografico, se non addirittura impropria, complici talvolta gli stessi fotografi. Un buon esempio in questo senso ce lo offre la fotografia che corona queste poche righe. Il Bacio dell’Hotel de Ville è indubbiamente uno degli scatti più celebri di Robert Doisneau; una di quelle immagini le cui riproduzioni a basso costo sembrano andare a ruba tra gli esercenti di negozi e locali. Ebbene, per anni questa foto è stata considerata il simbolo della capacità della fotografia di cogliere «l’istante decisivo» – per usare due termini cari a un altro fotografo francese di indiscussa fama –, peccato solo che fosse una messa in scena: fu infatti Doisneau (che stava lavorando a un servizio per Life) a chiedere ai due ragazzi di posare per lui, e fu sempre lui che, messo alle strette, nel 1992 ne svelò la vera genesi. Definirla simbolo in questi termini sarebbe dunque inappropriato oggi, ma ciò non toglie che possa comunque mantenere un proprio valore storico. Aldilà dei retroscena e delle omissioni più o meno gravi del fotografo (sebbene il concetto di verità e/o di realtà in fotografia sia ormai da considerarsi piuttosto labile a prescindere), questa immagine è infatti in grado di parlarci di una straordinaria intuizione visiva e di un modo personale di vedere e interpretare la Parigi dell’epoca. E nel corso della sua lunga carriera di fotografo di strada, Doisneau ce ne ha regalate tante di immagini della Ville Lumière e dei suoi abitanti, anche ben più interessanti e meno controverse di questa. Immagini che tratteggiano un profilo della città ormai perduto, ma entrato prepotentemente a far parte del nostro immaginario anche grazie alla loro efficacia. Una grande antologica ne riunirà a breve, tra le sale dello Spazio Oberdan di Milano, oltre duecento, organizzandole all’interno di un lungo percorso suddiviso per aree tematiche. Fotografie capaci sì di restituirci nell’insieme l’atmosfera del tempo, ma anche, e soprattutto, di farci comprendere meglio il punto di vista di Doisneau su questa città e sull’umanità che la popolava.

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