4 Luglio 2020 di Nicole Moglia Avatar

Riapre oggi, sabato 4 luglio, la Fondazione MAST a Bologna con la mostra Uniform Into the Work/Out of the Work, un nuovo progetto espositivo curato da Urs Stahel dedicato alle uniformi da lavoro. Il progetto si compone di una mostra collettiva dal titolo La divisa da lavoro nelle immagini di 44 fotografi e un’esposizione monografica di Walead Beshty, Ritratti industriali, che raccoglie centinaia di ritratti di addetti ai lavori del mondo dell’arte per i quali l’abbigliamento professionale è un segno distintivo, una sorta di anti-uniforme: due punti di vista, dunque, che testimoniano come l’uniforme possa essere un simbolo, allo stesso tempo, di inclusione o esclusione.

La divisa da lavoro nelle immagini di 44 fotografi

Allestita nella PhotoGallery del MAST, la mostra collettiva riunisce gli scatti dei grandi protagonisti della fotografia, impegnati a documentare le molteplici tipologie di abbigliamento indossate dai lavoratori in contesti storici, sociali e professionali differenti, a cui si affiancano immagini tratte da album di collezionisti sconosciuti e otto contributi video di Marianne Müller. Si potranno così ammirare i grembiuli protagonisti dei “piccoli mestieri” di Irving Penn; le tute degli scaricatori di carbone nel porto de L’Avana ritratti da Walker Evans; le tute da lavoro delle operaie nelle officine di montaggio della Fiat, a Torino, nelle fotografie di Paola Agosti; gli abiti del monaco e della suora immortalati da Roland Fischer; i colletti bianchi di Florian Van Roekel e le tute nere dei minatori negli scatti del cinese Song Chao. E ancora, le suggestive immagini di Sebastião Salgado, Paolo Pellegrin, Graciela Iturbide, Helga Paris, Manuel Álvarez Bravo e molti altri.

I “ritratti industriali” e il rifiuto dell’omologazione

La mostra monografica Ritratti industriali, allestita nella Gallery/Foyer, raccoglie 364 scatti del fotografo americano Walead Behsty che ha fotografato artisti, collezionisti, curatori, galleristi, tecnici, altri professionisti, direttori e operatori di istituzioni museali con l’obiettivo non tanto di evidenziare il carattere o la natura della persona fotografata – scopi che il ritratto in studio ha perseguito fin dagli albori della fotografia – ma di rappresentare le persone nel loro ambiente di lavoro, la loro funzione e il ruolo professionale che svolgono nel mondo dell’arte. Allo stesso tempo, i ritratti di Behsty testimoniano la riluttanza dei protagonisti per l’uniformità dell’abbigliamento professionale, per l’omologazione data dalle divise. Con il rischio però che questo rifiuto riveli nuovamente un atteggiamento uniformato e standardizzato.

Misure di sicurezza

La Fondazione MAST ha messo a punto misure specifiche per il contenimento del virus COVID-19 con l’obiettivo di preservare la salute dei visitatori, del personale e garantire un’esperienza di visita piacevole e rilassante. L’accesso alle aree espositive è contingentato e solo su prenotazione per gruppi di massimo 6 persone accompagnate da un mediatore culturale in una visita secondo percorsi stabiliti.

 Per prenotare scrivere a: gallery@fondazionemast.org oppure telefonare al numero 345 9317653.

 Orari: MARTEDÌ–DOMENICA, ORE 10–19

INGRESSO GRATUITO SOLO SU PRENOTAZIONE

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