The Clash: white riot, black riot ripercorre la carriera di una delle band più amate e controverse della storia della musica punk attraverso le immagini di Adrian Boot, fotografo che con il gruppo ha stretto un lungo sodalizio iniziato nel 1977, anno in cui i Clash pubblicano White Riot, singolo del loro primo album. Con il gruppo, Boot realizza un primo servizio fotografico nello studio londinese Rehearsal Rehearsals, seguito da altre famose sessioni, come la Westway Sessions e la Belstaf Sessions, una passeggiata in giro per la capitale irlandese nell’ottobre del 1977 sotto un plumbeo cielo autunnale. Non molto tempo dopo, nel 1979, con la pubblicazione di London Calling per i Clash arriva la consacrazione internazionale. In quaranta scatti, realizzati da Adrian Boot, Syd Shelton e Pennie Smith, la mostra ripercorre non solo la storia del gruppo ma anche l’atmosfera di quegli anni, anni turbolenti in cui politica, attivismo, musica e cultura underground legano indissolubilmente i loro destini per far vacillare le vecchie certezze, portando a una vera e propria rivoluzione socio-culturale. Il punk fu l’anima di questa rivoluzione, come disse Joe Strummer: «Ho incontrato gente a cui il punk ha cambiato il modo di vivere. Mi sento come se avessi letteralmente incontrato ognuno di loro! Abbiamo cambiato il loro modo di pensare e influenzato le decisioni che hanno preso nella vita».
BOLOGNA, FINO AL 15 SETTEMBRE
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