26 Dicembre 2020 di Andrea Rota Nodari Andrea Rota Nodari

Tra le foto che i lettori inviano alla redazione, questa settimana abbiamo scelto quattro immagini che dimostrano come, anche all’interno dello stesso genere fotografico, sia sempre possibile far emergere la propria visione personale e originale.

Nell’immagine in alto, Cecilia, Luca Onnis realizza un ritratto costruito e curato, che ha il grande pregio di apparire “rubato”: il sorriso discreto e lo sguardo rivolto altrove fanno pensare a un momento spontaneo e naturale, che diventa prezioso perché sembra aprirci uno spiraglio sulla personalità del soggetto.

Andrea © Enrico Pignatti

Enrico Pignatti punta, invece, a un impatto “glamour” per il suo ritratto di Andrea. Il taglio stretto sul primissimo piano, la posa studiata, l’espressione seria e intensa, teatrale, e soprattutto il contatto diretto di sguardo (e con un solo occhio, mentre l’altro scivola nascosto nell’ombra dei capelli) risultano affascinanti e magnetici. Qui l’impatto è opposto a quello del ritratto di Luca: Andrea non concede l’illusione di conoscerla, resta avvolta nel suo mistero e ci induce a volerne sapere di più. Questi due ritratti femminili in monocromia incarnano perfettamente il tema della singola visione creativa nell’ambito dello stesso genere. Affascina ricercarne le differenze ed è stimolante notare come due immagini così prossime possano comunicare in modo del tutto differente, concretizzando narrazioni e atmosfere originali e intensamente personali.

Riflessi veneziani © Aldo Diazzi

In Riflessi veneziani, Aldo Diazzi ha immortalato uno scorcio veneziano, pregevole perché distante dagli abituali cliché. La luce fredda del lampione “abbaglia” l’osservatore e lo sguardo impiega qualche frazione di secondo per riconoscere l’inconfondibile città nel prolungamento dei colori delle facciate nel riflesso sull’acqua. Solo a quel punto prendono evidenza i ponti e la barca in primo piano. I colori caldi dei palazzi e quelli freddi del cielo e del canale trovano un equilibrio che parla di calma e di silenzio e completa il senso di immobilità dell’acqua priva di increspature e della bandiera inanimata.

Urban Lights © Andrea Facco

Nonostante l’apparente somiglianza di toni e luminosità, il notturno urbano di Andrea Facco, dal titolo Urban Lights, non potrebbe essere più diverso da quello di Aldo: il porto antico di Genova brilla e scintilla di luci e scie luminose, con un’energia vibrante completamente opposta a quella dell’immagine veneziana. Le luci delle auto e delle navi in movimento, la ruota panoramica, le segnalazioni rosse delle gru: qui tutto urla e corre, con dirompente vitalità. I livelli di esposizione dei due scatti appaiono simili, ma salta all’occhio che la luminosità delle due scene è molto differente. Differente è anche il taglio: raccolto e intimo là, ampio e fremente qui, dove la composizione non trova chiusura ai margini.

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