27 Novembre 2019 di Redazione Redazione

Riccardo Crescimbeni ama l’astrofotografia tanto da aver allestito un piccolo osservatorio tra i boschi della campagna senese. Per anni, la sua compagna di esplorazioni è stata una Canon.

L’astrofotografia spiegata da Riccardo Crescimbeni

Riccardo, sei un astrofilo da oltre vent’anni e oggi catturi bellissime immagini
astronomiche. Che cosa ha dato il via alla tua passione? Fin da piccolo, ho sempre guardato più in alto che in basso… Sono cresciuto in una zona di montagna e per me è stato molto facile lasciarmi affascinare da quei cieli pieni di scintille coloratissime -la parte più visibile di un mondo sconfinato che è inimmaginabile persino per il bambino con la fantasia più fervida. E così, quando mi fu regalato il mio primo telescopio (un Konus 114 mm Newton), il mio interesse per lo spazio crebbe insieme a me, portandomi a conoscere diverse persone con la mia stessa passione e trovando una community molto attiva.
Qual è stata la tua prima strumentazione astronomica? Ora che strumenti e tool utilizzi per fotografare i corpi celesti? Inizialmente avevo un setup molto semplice, ma estremamente funzionale per gli spostamenti. Il mio strumento di ripresa era un telescopio Newton Skywatcher 200/1000, mentre come camera di acquisizione avevo una fidatissima Canon EOS 550D a cui avevo sostituito il filtro per poter riprendere le nebulose, oltre che le galassie o altri oggetti deep-sky. Oggi invece utilizzo sempre un telescopio Newton – solo molto più grande – abbinato a una camera CCD Moravian G2 8300 FW, che se da un lato è molto efficiente per la ripresa, dall’altro richiede una strumentazione più complessa, a causa della necessità di essere alimentata a corrente (cosa che con la mia Canon EOS 550D non era necessario). Nonostante io viva a Milano, il mio setup al momento si trova nel mio osservatorio in Toscana, in provincia di Siena. Il cielo è nettamente più buio, c’è meno inquinamento luminoso e soprattutto posso controllarlo da remoto.
E per la post-produzione? Mi affido a un programma di elaborazione fotografica che si chiama Pixinsight, ormai diventato un must per tutti gli astrofili – un po’ come Photoshop per i grafici, che è un altro tool interessante da utilizzare soprattutto per chi è alle prime armi. L’elaborazione fotografica è imperativa per chi si diletta nella fotografia astronomica, perché anche se si possiede una strumentazione onerosa (e parliamo di numeri a cinque cifre!) ma non si ha un buon programma per montare ed elaborare i frame ottenuti da ore e ore di ripresa, il risultato finale sarà estremamente deludente.

Puoi leggere l’intervista integrale su Photo Professional n. 121.

Chi è – Nato a Milano nel 1982, Riccardo Crescimbeni comincia a studiare come orologiaio nel 1995, iniziando immediatamente a fare pratica. Diventa presto un mastro orologiaio esperto seguendo le orme del padre, portando avanti la gioielleria di famiglia. Da 21 anni appassionato di fotografia astronomica, oggi è in possesso di un’eccellente strumentazione astronomica e di un vero e proprio osservatorio astronomico tra le colline senesi – gestibile da remoto da qualsiasi angolo del mondo. Riccardo è vincitore di tre premi europei AAPOD per l’astrofotografia.

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