10 Agosto 2020 di Nicole Moglia Avatar

Fino al 13 settembre 2020, Palazzo delle Arti Beltrani a Trani (BT) ospita “Ferruccio Ferroni Fotografie”, una selezione di cinquanta immagini provenienti dall’archivio del fotografo marchigiano Ferruccio Ferroni, nell’anno in cui ricorre il centenario della sua nascita.

La mostra, visitabile dal martedì alla domenica, dalle ore 16.00 alle 20.00, ricalca il percorso dell’artista dall’esordio alle opere contemporanee, attraverso l’analisi di alcuni dei temi pilastro della sua ricerca tra cui i ritratti, il paesaggio e la materia. Inoltre, i curatori Alessia Venditti e Marcello Sparaventi, insieme con la famiglia dell’artista, hanno scelto di inserire nel percorso espositivo alcune opere del contemporaneo Piero Percoco (Sannicandro di Bari, classe 1987), poste in un ideale dialogo atemporale con quelle ferroniane. L’intento è quello di caratterizzare l’esposizione legandola al territorio pugliese e mostrare quanto la ricerca di Ferroni, che ha origine all’inizio degli anni Cinquanta, abbia una forza estetica e comunicativa assolutamente attuale. Inoltre, esattamente come Ferruccio Ferroni durante la sua vita fotografica in bianco e nero, anche Percoco (fedelissimo, invece, al colore) sviluppa la propria ricerca nel suo ambito territoriale di provenienza. Il legame con la terra natia è dunque un altro anello che congiunge questi due interpreti della fotografia italiana d’autore.

© Piero Percoco, 2018

© Piero Percoco, 2018

Il fotografo della luce

Definito il poeta della luce, con l’obiettivo prima di un’Hasselblad, poi di una Leica, Ferruccio Ferroni è riuscito a trasformare la fotografia in uno strumento che ha reso più pregevole e luminoso il mondo. Nato a Mercatello sul Metauro nel 1920 e scomparso a Senigallia nel 2007, Ferruccio Ferroni sarà impegnato in prima persona negli eventi del secondo conflitto mondiale. Dopo l’esperienza dolorosa della guerra, si avvicina alla fotografia e la esercita per tutta la vita parallelamente all’attività di avvocato; ne deriva un’importante produzione fotografica che, pur svolgendosi in ambito amatoriale, si caratterizza per un rigore e un equilibrio propri del professionismo. Nel 1948 conosce il maestro della lirica tonale in fotografia Giuseppe Cavalli, capostipite della fotografia artistica italiana, già da tempo impegnato in un’intensa attività divulgativa, ne diviene allievo e più avanti fedele stampatore. Cavalli, fondatore assieme a Mario Finazzi, Ferruccio Leiss, Federico Vender e Luigi Veronesi del gruppo fotografico “La Bussola”, sarà altresì artefice dell’incontro con Paolo Monti, del cui circolo veneziano “La Gondola” Ferruccio Ferroni farà parte dal 1952 al 1954.

La mia famiglia a Frassenè, 1961 © Ferruccio Ferroni

La mia famiglia a Frassenè, 1961 © Ferruccio Ferroni

Le immagini di Ferruccio Ferroni si caratterizzano dapprima per i toni alti dell’high key cavalliano e successivamente per i forti contrasti di matrice montiana. Concepite in ambito associazionistico e maturate in seno all’ininterrotto processo conoscitivo del proprio autore, le sue fotografie sono testimonianze di un’epoca in cui la fotografia italiana è impegnata nel dibattito sull’affermazione della propria artisticità. «Cercava di far convivere la passione con la professione: la sua era una personale necessità creativa per condurre una ricerca di altissimo livello estetico, ben strutturata, elegante, emozionale», spiega Alessia Venditti, storica della fotografia e già curatrice della mostra al MLAC di Roma Ferruccio Ferroni. Fotografie, a lui dedicata nel 2019. Spiagge, cabine, ballerini, piccole imbarcazioni, scorci di edifici, anche volti, in mille tonalità di grigi: ogni foto — stampata da lui stesso — era un disegno nitido, pulito, come un’incisione a punta secca. Durante il suo periodo figurativo o «dello spirito» – così lo definiscono Venditti e Marcello Sparaventi, già curatori della mostra Spirito e materia. Ferruccio Ferroni fotografie dal 1948 al 2005 del 2014 – ottiene importanti riconoscimenti, vincendo il premio Grand Concours International de Photographie, organizzato nel 1950 dalla rivista «Camera» di Lucerna, e partecipa a mostre, fra cui l’Esposizione Internazionale Fotografica di Milano nel 1952, la Mostra della Fotografia italiana a Firenze nel 1953 o la Subjektive Fotografie 2 di Saarbrucken in Germania negli anni 1954-1955.

Luigi, Annalisa e Lidia, 1960 © Ferruccio Ferroni

Luigi, Annalisa e Lidia, 1960 © Ferruccio Ferroni

Dal 1957 a 1984 Ferroni si allontanerà dall’associazionismo, dai circoli fotografici e dai circuiti espositivi per dedicarsi esclusivamente all’attività forense. In questo periodo, lungi dall’abbandonare il suo interesse per la fotografia, realizza diapositive dai toni squisitamente domestici, ma memori della produzione in bianco e nero. Tali immagini, rimaste a lungo inedite, sono state pubblicate per la prima volta nel 2014 nel volume Nel silenzio. Ferroni a colori, a cura di Marcello Sparaventi e Alberto Masini.

Diviene Maestro della Fotografia nel 1996 e Autore dellanno nel 2006 per la FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche), le sue immagini sono oggi conservate presso l’archivio di famiglia a Senigallia (AN), il Museo Folkwang di Essen, il Gabinetto delle Stampe della Biblioteca Nazionale di Parigi, il Museo d’Arte Moderna dell’Informazione e della Fotografia del Comune di Senigallia, la Fondazione Italiana per la Fotografia di Torino, la Federazione Italiana Associazioni Fotografiche e il Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari di Firenze.

L’esposizione di Palazzo delle Arti vuole omaggiare l’avvocato fotografo con un allestimento pensato ad hoc per il centenario, a cura di Alessia Venditti,già curatrice della mostra con le opere di Tina Modotti ospitata negli stessi spazi e che ha riscosso grande successo di pubblico, e con la preziosa collaborazione di Marcello Sparaventi, presidente di Centrale Fotografia (Fano) e dell’archivio Ferroni di Senigallia. Il progetto espositivo, site specific, pensato proprio in funzione degli spazi tranesi, comprende una selezione di cinquanta immagini in bianco e nero stampate dall’autore ed incorniciate secondo sue precise indicazioni, un video che ne illustra la produzione a colori e alcune opere di Piero Percoco che riaprono un dialogo con la contemporaneità.

Informazioni sulla mostra

Titolo: Ferruccio Ferroni | Cinquanta opere dall’archivio Ferroni di Senigallia, nel centenario della nascita dell’artista
A cura di: Alessia Venditti e Marcello Sparaventi
Quando: 1 agosto – 13 settembre 2020
Dove: Palazzo delle Arti Beltrani | Via Beltrani 51, Trani (BT)
Orari di apertura: dal martedì alla domenica, 16.00 – 20.00
Contatti:
 0883 500044 | amministrazione@palazzodelleartibeltrani.it | www.palazzodelleartibeltrani.it

Palazzo delle Arti Beltrani assicura l’accesso alla mostra in assoluta sicurezza, andando anche oltre i nuovi parametri e tutte le linee guida ministeriali e regionali. Oltre alla presenza di distributori con soluzioni igienizzanti e alle costanti operazioni di pulizia, in rispetto del protocollo per il contenimento della diffusione del Covid-19, infatti, una sanificazione con l’azione automatica di generatori di ozono è eseguita quotidianamente nell’intera struttura museale per tutti gli 8 mila metri cubi della struttura, rigorosamente nelle ore di chiusura del Palazzo.

Per accedere alla mostra, proprio in ossequio alle norme anti Covid, è necessaria la prenotazione a questo link.

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