Con l’ampia estensione zoom, il Nikon Z DX 18-140mm copre quasi tutto quello che serve per la fotografia di tutti i giorni.

11 Maggio 2022 di Andrea Rota Nodari Andrea Rota Nodari

Con un’estensione zoom molto versatile, il Nikon Z DX 18-140mm f/3.5-6.3 VR della gamma di ottiche Z-mount è utile in molte occasioni. Scopriamolo più da vicino.

Nikon Z DX 18-140mm f/3.5-6.3 VR

Lo zoom Nikon AF-S DX 18-140 mm VR è stato lanciato nel 2013 ed è diventato un’opzione “kit” molto popolare per le reflex di fascia media. Tuttora in produzione, conta un elemento asferico e uno ED (Extra-low Dispersion) e 4 stop di stabilizzazione ottica. Ha una struttura solida, protezioni contro polvere e umidità e un attacco in metallo. A differenza di altri modelli F-mount di fascia più alta, monta il sistema autofocus Silent Wave. Manca dunque la scala delle distanze, mentre sono presenti selettori AF/MF e stabilizzazione ON/OFF.

Questa nuova riedizione in salsa Z DX, per le mirrorless APS-C come Z 50 e Z fc, è più compatta. Pesa, infatti, 315 g contro i 490 g del modello più vecchio per reflex. Condivide tuttavia lo stesso percorso ottico di 17 elementi in 13 gruppi – all’interno del quale, però, raddoppiano gli elementi asferici ed ED, che diventano due per tipo. Più corta e più snella, la versione Z ha filettatura per i filtri da 62 mm e attacco in plastica anziché metallo, senza guarnizioni protettive. 

Le caratteristiche

L’ovvia principale particolarità è l’ampia estensione zoom, pari a 7,8x, che copre le focali da grandangolo 18 mm a tele 140 mm – equivalenti a 27-210 mm su 35 mm grazie al fattore di crop 1,5x delle Nikon DX (con sensore APS-C).

È una gamma che copre quasi tutto quello che serve per la fotografia di viaggio e di tutti i giorni, senza doversi caricare sulle spalle una marea di obiettivi. D’altra parte, potrebbero bastarne solo due… Anche se due millimetri sembrano pochi, il minuscolo Z DX 16-50 mm f/3.5-6.3 VR retrattile offre un angolo di campo massimo evidentemente più ampio. Mentre lo Z DX 50-250 mm f/4.5-6.3 VR è un’aggiunta piccola e leggera e assicura una maggiore gittata tele.

Come è tipico dei modelli Z-mount, l’autofocus monta un motore passo passo anziché ultrasonico ad anello come nel più vecchio 18-140 mm F-mount. Il sistema è veloce, virtualmente silenzioso e migliore per la ripresa video, perché consente transizioni più “fluide” rispetto alle altre soluzioni.

Struttura e maneggevolezza

Il nuovo modello è un po’ meno luminoso all’estremità tele dello zoom. L’AF-S ha massima apertura f/5.6, mentre lo Z f/6.3 presenta un terzo di stop in meno. In compenso, il sistema VR ha copertura fino a 5 stop, quindi è 1 stop più efficace.

Per quanto questo obiettivo sia più leggero della versione F-mount, sembra comunque solido e ben costruito. L’attacco, anche se in plastica, è robusto, ma è un peccato che manchi una guarnizione contro polvere e umidità. La polvere può essere un problema serio perché Z 50 e Z fc non sono dotate di routine di pulizia automatica del sensore. 

Un’altra potenziale delusione è l’omissione dei selettori AF/MF e VR ON/OFF (che come detto ci sono invece sulla versione F-mount). L’anello di controllo, invece, offre una comodità che abbiamo già visto su altri obiettivi Z-mount economici: benché nominalmente dedicato alla messa a fuoco manuale, in modalità autofocus può assolvere altre funzioni, tra cui controllo di diaframma, compensazione o livello ISO.

Le prestazioni del Nikon Z DX 18-140mm

Il sistema autofocus è reattivo, veloce e preciso e rende possibili transizioni di fuoco fluide e quasi silenziose durante le riprese video. Anche l’assenza di focus breathing è un bonus per il video. Il sistema di stabilizzazione mantiene le promesse e assicura una reale efficacia fino a 5 stop (ricordiamoci che Z 50 e Z fc non hanno lo stabilizzatore d’immagine su sensore).

Rispetto alla versione F-mount, la nitidezza è migliorata, soprattutto nelle regioni periferiche dell’inquadratura. Cala, in modo omogeneo in tutta l’inquadratura, solo all’estremità più lunga dello zoom, dove torna simile a quella del modello più vecchio. I livelli di nitidezza sono molto simili anche a quelli della coppia Z DX 16-50 mm f/3.5-6.3 VR e Z DX 50-250 mm f/4.5-6.3 VR.

Lo Z DX 18-140 mm dipende completamente dalle correzioni automatiche della distorsione, applicate in-camera (o in fase di conversione RAW via ACR o Nikon NX Studio) e non disattivabili. Senza, sarebbe praticamente inutilizzabile, tanta distorsione produce. Non è un dato entusiasmante, ma almeno contribuisce a mantenere compatto l’obiettivo.

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