In un mondo frenetico come non mai, pare stia tornando di moda fotografare con “lentezza”, tanto da assistere a un ritorno delle fotocamere compatte. Sì, proprio quelle che pensavamo ormai abbandonate al loro destino, ovvero l’oblio. Vi ricordate quante ne vedevamo in giro prima dell’avvento dei telefonini tuttofare che tutti abbiamo oggi in tasca?
Riprendiamoci il nostro tempo
Gli analisti suggeriscono che il fenomeno, ancora poco evidente nel nostro Paese, ma comunque in crescita, sia dovuto al desiderio (soprattutto da parte della Gen Z – i giovani nati a cavallo del nuovo secolo) di riconquistare… quote più normali, di non essere schiacciati dall’esigenza impellente di postare tutto e subito sui social, di essere in una parola “scollegati”. E la compatta, con tutti i suoi indubbi limiti, permette loro di rallentare i ritmi, un po’ come le generazioni precedenti facevano insistendo con i rullini e la camera oscura. È vero, non c’è l’attesa dello sviluppo, ma qualcosa nell’uso di una fotocamera “vera”, meglio ancora se datata, può richiamare il fascino rétro che accompagna questo ennesimo ritorno al passato – la fruizione di vinili e musicassette può essere associata allo stesso pensiero.
Come sempre è facile pensare che sia un trend del momento, spinto anche dal solito Tik Tok: una sorta di revival della #digitalcamera che i fotografi, be’, più d’esperienza faranno fatica ad ammettere già vintage!
Ma a conti fatti, che cosa c’entra tutto questo con il lancio dei nuovi smartphone “fotografici” Xiaomi della serie 15? Forse niente (sono velocissimi e tecnologicamente all’avanguardia), forse parecchio. Scopriremo perché.

Il pennello moderno
Il pittore belga Antoine Wiertz, ai tempi dei dagherrotipi e della paura che la fotografia potesse uccidere l’“arte”, disse: «Alcuni anni or sono è nata la gloria della nostra epoca, una macchina che ogni giorno è lo stupore dei nostri pensieri e lo sgomento dei nostri occhi. (…) questa macchina sarà il pennello, la tavolozza, i colori, l’abilità, l’esperienza, la pazienza, la fluidità, la sicurezza, il colorito, la vernice, l’esempio, la perfezione, la quintessenza della pittura. (…) Non si creda che il dagherrotipo ucciderà l’arte. (…) D’un tratto il genio lo afferrerà al collo e griderà: “Vieni qui! Ora mi appartieni! Lavoreremo insieme”». Ci siamo quindi immaginati nei panni di Wiertz, con uno strumento pur tecnologicamente avanzatissimo quale il nuovo Xiaomi 15 Ultra come pennello, per immortalare il mondo con tutte le possibilità che uno smartphone nato soprattutto per la fotografia ci può dare.

Prima della presentazione ufficiale, abbiamo avuto a disposizione la nuova edizione dell’ammiraglia che concentra in un unico solidissimo device tutte le ultime tecnologie del marchio cinese, in particolare quelle dedicate alla fotografia sviluppate ancora una volta in partnership con Leica. Il fratello minore, il più compatto Xiaomi 15 è molto simile al 14 presentato esattamente un anno fa, ovviamente con qualche aggiornamento, per cui vi rimandiamo alle nostre impressioni.
Tutto quel che serve
Lo Xiaomi 15 Ultra, basato sulla nuova piattaforma Snapdragon 8 Elite, pur essendo un esempio palese del tipico oggetto hi-tech bramato ancora dai più, ci ha riportato un po’ indietro nel tempo, quando fotografare era (forse) qualcosa di più del mostrare al mondo quel che sappiamo (o non sappiamo) fare: scattare come momento per se stessi, per ritrovare la propria creatività, o – appunto – per “rallentare”. Insistiamo su questo verbo anche se lo smartphone, lo ripetiamo, offre performance da primato in ogni suo comparto e in tal senso ci ha più che soddisfatti.
Eppure, la possibilità di impostare da noi ogni singolo parametro dello scatto, di scegliere quale dei quattro obiettivi funzionerà meglio per l’immagine che abbiamo in mente, e di optare o no per gli aiuti dell’intelligenza artificiale, ci regala la possibilità di “pensare” la foto e di ottenere risultati da vera fotocamera, senza però avere chili e chili di attrezzatura nella borsa o nello zaino.
Il cuore pulsante dell’Ultra è appunto il sistema di fotocamere, frutto della partnership con il prestigioso marchio tedesco. Ogni obiettivo è stato progettato e ulteriormente ottimizzato per offrire il massimo delle prestazioni in tutte le situazioni di scatto, mettendoci così a disposizione un kit fotografico completo in un dispositivo che rimane tascabile nonostante lo schermo da 6,73 pollici. Il design monoblocco è molto intrigante – in special modo quello della versione bicolore Silver Chrome che richiama il telaio della celeberrima Leica M (noi abbiamo provato il modello bianco; c’è anche quello nero).
Il layout è simile a quello del 14 Ultra, solo con una disposizione differente delle fotocamere e con un millimetro in meno di spessore per il modulo che le contiene. Il vetro esterno a protezione di tutte le lenti è stato rivisitato: ora viene lavorato in modo da garantire la massima efficacia nella trasmissione della luce e nella salvaguardia del dettaglio.
Quadrupla scelta

La fotocamera principale Leica (1x sulla ghiera a schermo) è basata sul sensore Sony LYT-900 da 50 megapixel. L’ampia diagonale (1 pollice) del CMOS e il luminoso obiettivo stabilizzato Vario-Summilux f/1.63 con focale equivalente di 23 mm e i suoi otto elementi asferici permettono di ottenere immagini nitide e dettagliate anche in condizioni di scarsa illuminazione, grazie anche alla notevole gamma dinamica (14 EV). Come al solito, le immagini finali in RAW e Ultra RAW sono comunque da 12,5 MP perché il sensore Lytia utilizza la tecnologia pixel binning 4-in-1 (o 2×2) per combinare il segnale raccolto da quattro fotositi da 1,6 micron con lo stesso filtro colore per simulare le performance di un pixel più grande ed efficace da 3,2 μm. Rispetto alla generazione precedente, si è perso il diaframma meccanico perché ai progettisti serviva spazio per rifinire ulteriormente il lato “ottico”.
C’è da dire, come ribadisce Xiaomi, che su un 23 millimetri l’effetto di una differente apertura sarebbe stato comunque modesto. La distanza focale predefinita della main camera si può impostare anche di default su 28 mm o 35 mm, con crop del sensore che è del tipo “stacked”, – ovvero con una struttura “a strati” che colloca il circuito di elaborazione del segnale ad alta velocità a un livello differente rispetto all’area dei pixel e consente così di raggiungere prestazioni superiori nell’elaborazione dei dati. È un vantaggio, per fare un esempio, di opzioni come l’HDR in-sensor (vengono catturate e “fuse” tre immagini con tre differenti esposizioni per catturare i dettagli sia nelle aree scure sia in quelle più luminose della scena). A ulteriore beneficio delle performance, per la prima volta la trasmissione delle informazioni è su 13 canali, quando di solito negli smartphone si opera a cinque canali.

Ad affiancare la fotocamera principale troviamo, come sullo Xiaomi 14 Ultra, un sensore Sony IMX858 da 50 MP con tele 70 mm f/1.8 (3x sul display) dotato anch’esso di stabilizzatore e, come sul LYT-900, della tecnologia All-pixel AF per una messa a fuoco rapida e accurata anche in situazione complesse, come in scenari bui o dove il soggetto non ha confini ben definiti. Il pixel binning 4-in-1 qui porta complessivamente a un pixel da 1,4 μm. All’occorrenza, le lenti flottanti (spostate da un sistema magnetico) permettono all’obiettivo di trasformarsi in un’ottica macro con distanza di messa a fuoco da 10 cm.
L’asso nella manica è però il teleobiettivo periscopico 100 mm (4,3x) f/2.6 con OIS che prevede un ampio sensore da 1/1.4” (circa il 71% di area utile rispetto al sensore principale): l’ISOCELL HP9 da 200 MP di Samsung, dotato di speciali microlenti sopra ogni fotosito da 0,56 μm che migliorano la capacità del CMOS di catturare la luce – fondamentale per un’ottica “lunga” – e di indirizzare quest’ultima con la massima precisione sul relativo filtro colore. Qui c’è il pixel binning 16-in-1 che forma un unico pixel da 2,24 μm. Ci si può anche spingere a 200 mm (8,6x sulla ghiera virtuale) tramite “crop” del sensore, con una sorprendente salvaguardia della resa dell’immagine. Oltre il 20x possiamo far intervenire l’intelligenza artificiale nella ricostruzione dei dettagli: ce ne accorgiamo facilmente perché sullo schermo appare una piccola icona con la scritta “AI”, che possiamo lasciare in modalità Auto, oppure attivare a nostra discrezione.
La fotocamera ultra-grandangolare da 14 mm equivalenti (con campo visivo di 115°) ha un sensore da 1/2,76 pollici JN5 di Samsung, con pixel da 0,64 micron e una conta di 50 milioni di fotositi, con il pixel binning che porta a un pixel da 1,28 μm. È interessante anche la fotocamera frontale, quella “per i selfie”, che integra un sensore OmniVision OV32B da 32 MP con ottica da 21 mm f/2.0 e campo visivo da 90° che permette la ripresa video 4K/60.

Proprio per quanto riguarda il comparto video (fino a 8K/30p con tutti i sensori), con lo Xiaomi 15 Ultra viene a colmarsi il gap che nel 14 Ultra limitava le opzioni più evolute alla camera principale. Ora arriva, ad esempio, il 4K/120p sia sulla main camera sia sul tele 100 mm, per riprese al rallentatore di grande impatto, e su tutti e quattro i sensori c’è la registrazione in Log-10bit e in Dolby Vision (fino a 4K/60p). Per regalarci più autonomia nelle riprese come in tutte le altre attività con lo smartphone, è stata implementata una batteria che ha le stesse dimensioni di quella del 14 Ultra, ma una più alta capacità (5.410 mAh contro 5.000 mAh). Lo smartphone supporta la ricarica rapida HyperCharge 90 W cablata e quella Wireless a 80 W.
On the road
Le nostre uscite in compagnia dello Xiaomi 15 Pro sono avvenute anche sotto una pioggia sottile, a tratti un po’ più forte. Non ci siamo preoccupati, visto che il dispositivo garantisce la resistenza all’acqua e alla polvere secondo la certificazione IP68. Si difende anche da graffi, urti e cadute accidentali grazie al robustissimo vetro Xiaomi Shield Glass 2.0, fino a 16 volte più efficace della generazione precedente. Il nostro vizio è usare gli smartphone fotografici impostando la modalità Pro e il formato RAW. In questo caso, c’è anche l’opzione URAW che impiega una tecnica di stacking di più file RAW per produrne uno singolo di dimensioni maggiori, ma con una riduzione del rumore digitale e una maggiore capacità di estrarre dettagli dalle aree più scure. A differenza dello Xiaomi 14, in URAW qui è possibile modificare i tempi di posa che non sono più obbligatoriamente scelti dagli automatismi.

Abbiamo a disposizione i controlli su compensazione EV, tempi di posa, ISO (fino a 12.800, tranne che per la fotocamera 3x che si ferma a 6.400), temperatura di colore e AF. Come detto non si può intervenire manualmente sull’apertura del diaframma. Sul display possiamo leggere l’istogramma per verificare l’esposizione in tempo reale. Sia in RAW sia in JPEG si possono anche sfruttare alcune preimpostazioni: Posa lenta, Scatto rapido e Documentario, con la possibilità di aggiungerne altre, anche importandole. L’icona a destra sopra la barra dei comandi ci fa accedere ai filtri, in primis quelli firmati Leica (ci piace molto BW HC, per un bianco e nero ad alto contrasto perfetto per i reportage). L’icona a sinistra, disponibile solo in JPEG, ci permette invece di impostare lo Stile fotografico personalizzato regolando Contrasto, Freddo/Caldo, Ciano/Magenta, Saturazione e Nitidezza (parametri che in RAW possiamo regolare in post-produzione).
Non manca il consueto pulsante virtuale per passare dal “look” Leica Autentico a Vivace. L’esposimetro prevede le opzioni Auto, Misurazione Centrale, Multizona e Spot. Nel menu troviamo la modalità Raffica a tempo che consente di impostare foto in sequenza scegliendo il numero di foto (da 10 all’infinito) e l’intervallo senza esposizione, da un secondo a 60 secondi, per splendidi time-lapse. I rapporti di aspetto impostabili sono 1:1, 3:4, 9:16 e Full. Molto bella è l’opzione Filigrana, che aggiunge alle foto (già allo scatto) il nome dello smartphone, il logo Leica, la data, l’orario, i dati di scatto e le coordinate geografiche, su banda bianca o nera.

Con tutte queste opzioni, davvero tornerà la voglia (se mai è andata via!) di riflettere sullo scatto, scegliendo i parametri migliori secondo lo scenario e il nostro stile personale. I grandi esempi di fotografia “pocket” non mancano, come quella di maestri quali Henri Cartier-Bresson, Robert Capa, Elliott Erwitt e le loro piccole Leica! Se abbiamo fretta possiamo passare subito alla modalità Foto tradizionale, meno versatile nei controlli ma con delle funzioni in più che faranno spesso comodo soprattutto con soggetti in movimento. In primis, la Modalità Scatto Dinamico che ad ogni scatto realizza in realtà una serie di immagini in una rapida sequenza da cui poi potremo scegliere la foto che è riuscita a catturare l’attimo fuggente – comodissima durante gli eventi sportivi o d’azione per i quali è utile anche l’opzione Cattura i movimenti per rendere più nitide le scene particolarmente frenetiche.
In ogni momento possiamo correggere l’esposizione scorrendo il dito sullo schermo (funzione svincolata dalla scelta del punto di messa a fuoco), compensare di + o – 4 EV, applicare effetti in-camera, attivare l’HDR e passare alla modalità Super Macro.

Sfocato al naturale
La scelta della focale è velocissima, tramite la barra apposita o “a scorrere” con la ghiera virtuale che riporta anche i valori in mm equivalenti. La scritta LEICA VARIO-SUMMILUX 1:1.63-2.6/14-100 ASPH che troviamo incisa sul gruppo degli obiettivi non deve però ingannarci: non abbiamo a disposizione uno zoom ottico “vero”, come detto le quattro focali sono “discrete”. Nelle nostre prove abbiamo fatto grande uso del tele 100 mm, che – in modalità Foto – può essere spinto a 200 mm con il crop del sensore senza una sostanziale perdita di qualità. È molto utile per catturare immagini più ravvicinate di qualsiasi evento, per “rubare” scatti street, per il ritratto e i close-up.
Abbiamo apprezzato particolarmente la resa dello sfocato, prodotto senza bisogno di effetti digitali che – lo sappiamo – sono accompagnati quasi sempre da fastidiosi artefatti. Qui, invece, si può giocare con il “bokeh” nativamente, per via ottica, e la differenza è ben percepibile. Fotografando scene in controluce direttamente o lateralmente rispetto al sole, si nota inoltre un’ottima resistenza all’apparizione del flare, con qualche riflesso percepibile a 70/100 mm, mentre le aberrazioni cromatiche sono praticamente assenti. Le abbiamo trovate, leggere, in qualche scatto estremo grandangolare sui bordi degli oggetti in scene ad alto contrasto – nulla in realtà che non si possa correggere facilmente con un clic in post-produzione. Abbiamo notato talvolta un sottilissimo shift nella resa dei colori, in JPEG, nel passaggio dalle fotocamere con i sensori Sony (con una dominante più fredda) a quelli di Samsung (più calda).

L’osservazione sul monitor del PC dei file RAW (DNG) scattati in condizioni di luce scarse a ISO 3200 ha rivelato in generale una buona salvaguardia del dettaglio e del controllo del rumore, con la sola fotocamera ultragrandangolare un po’ indietro rispetto alle altre.
In particolare, ci ha sorpreso positivamente il tele 100 mm, con una bella grana anche a ISO 6.400 e immagini perfettamente utilizzabili. Il confronto con il relativo JPEG, acquisito automaticamente quando si scatta in RAW, mostra che l’elaborazione in-camera in queste condizioni limite è piuttosto aggressiva e per scatti non casuali conviene appunto lavorare in modalità Pro/Raw (ancor di più quando Adobe rilascerà un profilo specifico). Il discorso può valere anche per le foto scattate di giorno, se siamo tra quelli che preferiscono avere sempre la piena gestione della forza dello sharpening e del colore, tuttavia la resa dei JPEG nella maggior parte degli scenari “normali” è comunque ottima.

Prezzi e accessori
Xiaomi 15 Ultra è disponibile in due varianti di memoria:
- 16 GB + 1 TB a 1.699,90 €
- 16 GB + 512 GB a 1.499,90 €
Su mi.com sarà possibile usufruire dell’offerta bundle con Xiaomi 15 Ultra Photography Kit Legend Edition e Xiaomi Watch S4 e dell’offerta trade-in con extra valutazione fino a 150 €.
Mentre per la versione 16 GB + 512 GB su Amazon sarà possibile utilizzare dell’offerta bundle con Xiaomi 15 Ultra Photography Kit Legend Edition e Xiaomi Watch S4 e dell’offerta trade-in con extra valutazione fino a 150 € e un coupon EDM del valore di 100 €.
Le promo saranno attive fino al 31 marzo.