Babilonia
“È delle città come dei sogni: tutto l’immaginabile può essere sognato ma anche il sogno più inatteso è un rebus che nasconde un desiderio oppure il suo rovescio, una paura. Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure.”
Italo Calvino
Questi scatti sono la narrazione di un Io che vagando abbraccia con sguardo tribale la sua quotidianità : nuovi tabù e vecchie esigenze.
Effetti della complessità inclusiva e della sua dicotomia: l’esclusione.
Infinita malinconia in movimento eterogeneo, confusivo, rallentato, frenato che si perde nell’ansia di un metodo analitico privo del nutrimento per compiersi.
Ansia, deprivata della gemella speranza, vaga sicura della partenza fuori tempo e ritardante, senza approdo, e scandaglia, sente, vede, percepisce, confondendo nel tragitto le immagini di emozioni uniche e plurime.
La solitudine dell’impotenza di chi questo mondo percepisce come vano e accecante per l’occhio che si angustia invalidato da un divenire che non diviene.
È la società umonoide di donne, uomini, macchine e oggetti confusi in un’essenza, quella del non giungere. Del non congiungere. Non essere congiunti, specchi di immaterialità sovrapposti, ma mai immanenti. Esclusi.
Alessandra Ruggiu
Babilonia, progetto del 2016 è stato eseguito con una fotocamera digitale; tecnica utilizzata: esposizione multipla in fase di scatto.
Lorella Comi