I Sciusci di Gaeta
A San Silvestro a Gaeta una antica usanza vuole che per scacciare la iella ed augurare un felice anno nuovo, gruppi di amici attrezzati di vecchi strumenti musicali (Triccabalacche,Scetavaiasse,Tamburelli e Putipù) si riversano per le strade bussando alle porte ed entrando nei Bar per cantare e suonare antiche cantilene e ricevere in cambio vino dolci e qualche moneta. Il nome “Sciuscio” anticamente deriva dal nome dello strumento napoletano “Putipù” detto a Gaeta o’ sciuscio. Musiche canzoni e tamburi risuonano per i vicoli della città fino a tarda notte. I turisti ed i cittadini vengono accerchiati ed accompagnati verso il nuovo anno dalle nenie portafortuna. Per i miei scatti ho utilizzato Nikon D800 con Nikkor AFS 85mm 1.8 G.
Il termine sciuscio deriva dalle sciuscelle, non dal putipù che a Gaeta si chiama Urso per il suono onomatopeico delle sue vibrazioni. Le sciuscelle sono le carrube che un tempo venivano usate come dolci, caramelle e si davano ai musicanti in cambio dell’augurio di un buon anno a venire, insieme a qualche fico secco e ad un bicchiere di vino, per permettere anche ai ceti più bassi della popolazione di passare le festività in santa pace.