VITA DA SADHU
Gli SÄdhu, dal sanscrito “uomo buono e onesto”, vivono una vita di santità e rinunce. Si spostano senza fissa dimora vivendo la vita all’abbandono, alla rinuncia della società . Come tutti gli induisti il loro obiettivo è la Moksha, la liberazione dal ciclo delle reincarnazioni. Lo SÄdhu sceglie, per accelerare questo processo e realizzarlo in questa vita, di vivere una vita di santità .
Gli Sadhu sono considerati idoli viventi, rappresentanti di Dio in terra e, in fondo, il loro aspetto e i loro comportamenti sono molto simili a quelli delle divinità induiste conosciute tramite la mitologia e l’iconografia. Sono, tuttavia, anche molto temuti dagli indiani a causa dell’antica reputazione che li vede come stregoni capaci di fare incantesimi maligni. E’ anche vero che gli SÄdhu (chiamati anche Baba) spesso rafforzano questa credenza assumendo comportamenti oltraggiosi, provocanti e pazzoidi. Il loro aspetto è inconfondibile e sicuramente affascinante: si cospargono il corpo e il volto con la cenere (simbolo di morte e di rinascita) e i colori più usati sono il rosso, l’arancione, l’ocra e il rosa che sono i colori del fuoco, del sole nascente, del sangue sacrificale, della terra. Portano i capelli lunghi come il dio Shiva, indossano semplici tuniche e spesso portano delle collane. La maggior parte di loro fa un abituale e rituale consumo di cannabis (imitando Shiva, che secondo la leggenda era solito fumarla) per “sollevare il velo di Maya” che nasconde l’essenza della realtà .