I volti dell’India
Non si può di certo affermare che i volti del popolo indiano non colpiscano. Ogni volta che chiudo gli occhi la mia mente torna ai luoghi che ho visitato e alle situazioni che ho vissuto e davanti a me ricompaiono gli sguardi di ogni persona che ho incrociato sul mio cammino. Persone che si occupavano di faccende domestiche a bordo strada, bambini che giocavano con la palla di cartone, devoti impegnati nella loro perseverante preghiera, mendicanti soli che speravano nell’aiuto di qualche anima buona. E’ stato come se davanti ai miei occhi venissero proiettate diverse storie di vita: ciascuno mi raccontava la sua e io stavo lì a godermi ogni singolo momento.Quando viaggio, non desidero solamente di fare lo scatto perfetto studiando la luce o la posizione della persona che ho davanti. Certo, l’occhio fotografico è comunque necessario ma quello che cerco prima di tutto è il contatto. Mi piace scoprire chi ho davanti e comunicarci: credo che solo in questo modo la fotografia riesca a cogliere un’anima e a trasmettere un’emozione. Per conoscere chi ho davanti devo però, prima di tutto, conquistarmi la sua fiducia senza neanche prendere in mano la reflex e solo dopo esserci reciprocamente aperti posso avere l’onore di creare un ricordo di quel momento. Alcuni non parlavano neanche inglese ma talvolta anche un semplice sorriso ti apriva un mondo. Grazie a questi contatti ho vissuto dei momenti molto forti, emozionanti, carichi di sentimenti contrastanti… e questa forte componente emotiva dei miei incontri spesso mi faceva addirittura dimenticare di scattare.