Le pale del mulino
Anche i mulini rappresentano un vero e proprio capolavoro di archeologia industriale del 1500. Permettono di “catturare” la forza del vento, che fa girare le pale ad un regime di 15/20 giri al minuto e che fa ruotare le macine a una frequenza di oltre 100 giri/minuto. Gli ingranaggi in legno determinano la velocità di rotazione delle macine. Tutti gli ingranaggi del mulino sono realizzati “legno su legno”. L’uso del ferro in salina è ridotto al minimo. Il sale è pur sempre un agente estremamente corrosivo dei metalli e del ferro in particolare. Le pale o “ntinne” sono direttamente innestate sulla grande trave centrale (il “cilindro”) alla base dello “staso”, in modo da alloggiare una pala su ciascuna delle sue facce. Nella seconda generazione di mulini trapanesi, le pale sono invece agganciate ad una piastra circolare di ferro solidale e coassiale al cilindro centrale, e giacciono quindi su un unico piano. La macchina eolica, ruotando alla velocità di non più di 15/20 giri al minuto, sviluppa una potenza di oltre 100 cavalli. La sua massima velatura è di 60 metri quadri. Quando il vento, come sovente avviene in questa punta ventosa e asciutta d’Europa, supera i 20 nodi e il mulino, completamente invelato ,rischia di squassarsi, i salinari riducono le vele. Se poi soffia lo scirocco, infido e bizzarro compagno di molte giornate siciliane, i mulinari si guardano bene dall’armare il mulino, temendo che uno dei frequentissimi salti di vento possa danneggiarlo.