I Sony World Photography Awards, promossi dalla World Photography Organisation, sono arrivati nel 2019 alla loro dodicesima edizione. Divenuti con il passare degli anni uno degli eventi più attesi del settore fotografico, premiano il meglio della fotografia contemporanea degli ultimi 12 mesi. Includono quattro concorsi: Professionisti (per i progetti fotografici), Open (per gli scatti singoli), Student Focus (per le istituzioni accademiche) e Giovani (per i fotografi dai 12 ai 19 anni). Per l’edizione 2019, la prestigiosa giuria ha vagliato 326.997 candidature di fotografi professionisti e no, provenienti da 195 Paesi e territori. Si tratta di un record, il numero più alto di sempre.
Sony World Photography Awards 2019: i vincitori della categoria Professionisti
Photographer of the Year – Federico Borella, categoria Documentariao per la serie Five Degrees
Borella, 35 anni, originario di Bologna, è stato scelto tra i dieci vincitori di categoria come detentore del titolo Photographer of the Year per la serie Five Degrees. La serie ha trionfato nella categoria Documentario per la potenza delle immagini che raccontano la piaga dei suicidi maschili nella comunità agricola di Tamil Nadu, nel sud dell’India, colpita dalla più grave siccità degli ultimi 140 anni.
Per quanto riguarda i professionisti, il primo posto per il genere Architettura è stato conquistato dal tedesco Stephan Zirwes, con il progetto “Cut Outs – Pools 2018”, realizzato con un drone fatto volare a pochi metri d’altezza sulle piscine che in Germania sono pubbliche e sono parte integrante della vita sociale e culturale del Paese.
Nella sezione Brief, premiata Rebecca Fertinel, belga, con “Ubuntu – I Am Because We Are”, un reportage durante un matrimonio all’interno della comunità congolese in Belgio che vuol sottolineare il concetto di Ubuntu per cui si è davvero umani quando si è connessi con tutto e tutti.
Per la categoria Creative, invece, primo posto per l’olandese Marinka Masséus, con “Chosen [not] to be”, parte integrante del più ampio progetto internazionale “Radical Beauty”. L’autrice ha qui voluto sottolineare le difficoltà delle persone con Sindrome di Down nel giocare un ruolo da protagonisti nelle visual art.
Italiani i vincitori della sezione Discovery, Jean-Marc Calmi e Valentina Piccinni con il progetto “Güle Güle” (addio in turco) sulla città di Istanbul e i profondi cambiamenti a cui la metropoli sul Bosforo (e la società turca in generale) è andata incontro negli ultimi anni.
Anche la categoria Documentary vede al primo posto un nostro connazionale. Federico Borella, con “Five Degrees”, ha documentato le conseguenze dei cambiamenti climatici sulle fasce più deboli della popolazione rurale indiana, in particolare nel Tamil Nadu – lo stato più a sud della penisola indiana.
Per Landscape, l’inglese Yan Wang Preston si aggiudica il premio più ambito con “To the South of the Colourful Clouds”, una serie che vede protagonista l’area di “recupero ecologico” di Haidong, Dali, nella provincia dello Yunnan (Cina).
Nella sezione Natural World & Wildlife troviamo al primo posto l’olandese Jasper Doest, con il reportage “Meet Bob”. Bob è un fenicottero la cui vita è cambiata in seguito a un… incidente di volo che lo ha costretto alla cattività. Da allora, Bob è diventato preziosissimo ambasciatore del FDOC, fondazione che promuove la protezione degli animali selvatici nell’isola di Curacao.
Lo spagnolo Álvaro Laiz domina la categoria Portrait con “The Edge” con i ritratti dei Chukchi, una popolazione della Russia stanziata nella Siberia nord orientale che potrebbe essere la chiave per comprendere le origini delle popolazioni americane.
Ancora un italiano al primo posto della sezione Sport, Alessandro Grassani, con il progetto “Boxing Against Violence: The Female Boxers Of Goma”. Goma è stata nominata “la capitale mondiale degli abusi sessuali” e qui un gruppo di donne si ritrova nei club di box per trovare la forza di ribellarsi e di combattere contro le ingiustizie.
Infine, lo Still Life è appannaggio di Nicolas Gaspardel e Pauline Baert, Francia, con il coloratissimo progetto “Yuck”.
I vincitori delle altre categorie ai Sony World Photography Awards 2019
Open Photographer of the Year è Christy Lee Rogers. La statunitense ha proposto l’immagine “Harmony”, sulla bellezza e la vulnerabilità dell’essere umano. La foto è stata scattata sott’acqua alle Hawaii e fa parte di una più ampia collezione intitolata “Muses”.
Nella categoria Giovani, aperta ai ragazzi tra i 12 e i 19 anni, il tema proposto era “Diversità”. La vincitrice assoluta è risultata la statunitense Zelle Westfall, 18 anni, con la foto “Abuot”, dal nome della cara amica dell’autrice ritratta nell’immagine che ha conquistato il primo gradino del podio.
Sony World Photography Awards 2019: le foto dei vincitori
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Sony World Photography Awards 2019: gli scatti in diretta dalla premiazione
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