LA FORZA DELLE DONNE.
In quest’ultimo decennio la concessione sregolata delle licenze per i pescherecci non ha aiutato i pescatori, per non parlare della fauna marina. Se il governo avesse regolamentato questi processi, forse ora le cose sarebbero diverse.
Di mare non vivono soltanto i proprietari dei pescherecci, ma anche una rete di famiglie, spesso poverissime, che lavorano nel settore delle cozze – è da questa municipalità che arriva il 90% di quelle consumate a Istanbul, e non solo. Oltre il porto vivono uomini e donne di ogni età che, per pochi soldi, sgusciano e puliscono tonnellate di mitili per prepararle alla vendita. Il comune ha cercato di mettere una pezza e regolamentare il settore costruendo spazi e container da affittare e dove svolgere il lavoro. La maggior parte di queste persone, molte Rom, continua però a vivere in fatiscenti baracche affastellate lungo le coste del Bosforo, dove l’odore salmastro del mare si mescola a quello dei gusci neri accatastati in mucchi.
Foto scattata in uno dei quartieri più poveri di Istanbul.