Tiziano Leonardi. Tastierista dei Cugini di Campagna
Realizzare un ritratto fotografico è un’esperienza intensa sia per il fotografo che per il soggetto. Si tratta di entrare in relazione con l’altra persona in un periodo di tempo estremamente limitato, nel quale ci si mette in gioco abbandonando la propria “confort zone” per dare qualcosa di sé all’altro. Il soggetto cede una parte della propria vulnerabilità, lasciandosi guidare per mostrare sé stesso senza barriere. Il fotografo ha la responsabilità di mettere la propria competenza al suo servizio, per restituirgli l’immagine della sua unicità. Deve conquistarne la fiducia e far sì che non si ponga nella condizione di “subire” l’azione del fotografare. È il soggetto che guarda il fotografo non il contrario. L’azione del guardare, semplice ma allo stesso tempo profonda, è rivolta nell’obiettivo ma può proseguire mentalmente verso se stessi o verso i propri cari. Il rapporto che si crea tra il fotografo e il soggetto è uno scambio di sincerità reciproca.
Il ritratto fotografico rappresenta la possibilità di testimoniare il nostro passaggio sulla terra, di lasciare una traccia nel mondo. Ciò che oggi può sembrare un’opportunità scontata, prima della scoperta della fotografia era invece una prerogativa della nobiltà, che poteva permettersi di commissionare un dipinto realizzato a mano. La fotografia estende invece a chiunque questo privilegio. La nostra unicità è rappresentata prima di tutto dal nostro volto, dalle nostre caratteristiche fisiche. Non esistono persone uguali, nemmeno i gemelli lo sono. Si tratta di una peculiarità straordinaria che vale la pena di essere preservata anche quando non ci saremo più. Il nostro ritratto stampato verrà conservato dai figli, dai nipoti, dai pronipoti e dirà: «Io sono passato di qui, io sono esistito prima di voi».