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Memorie

Lo scorrere del tempo, scandito attimo per attimo. Tutto immobile, nel silenzio di un passato non recente. Una battuta e poi un'altra ancora, come il metronomo che segna il tempo di una malinconica melodia. Pochi fotogrammi per raccontare il fascino misto alla tristezza, che cresce passando da una stanza all'altra di questa dimora. Luogo abbandonato da tutti, ma non di certo dai ricordi, che evocano la quotidianità di un tempo: dai letti in ordine al vestiario nell'armadio. Quotidianità che sembra essere stata interrotta all'improvviso. Su di un tavolo un'immagine di Gesù con su scritto "LA GRANDE PROMESSA": che sia quella di un ritorno?

Horses

E Dio prese un soffio del vento del Sud E vi alitò sopra. Così creò il cavallo.

Mercato Ballarò – Palermo

Tutte le foto sono scattate a Palermo all'interno del mercato di Ballarò con una Fujifilm X100S.

Inquietudine

Autoritratti 2015

Mare e lago

Nikon d5100

Lampedusa: UNO SGUARDO, UN PENSIERO SUL MONDO

Le foto documentano lâ€™avvenuta maturazione artistica del giovane Antonio Intorcia. Sono immagini che raggiungono unâ€™autonoma bellezza; sono frammenti dâ€™una realtÃ quotidiana universale, dove Ã¨ avvenuto il fallimento della civiltÃ . Intorcia volge lo sguardo stupito su questa realtÃ e ce ne fa leggere lâ€™indifferenza,lâ€™abbandono, la solitudine. Una barca,il sogno dâ€™una vita ora abbandonata, ventre a terra, al limite tra la terra ferma e la spiaggia, dietro lo schermo di una sottile balaustra di cemento, mentre sulla strada asfaltata unâ€™auto bianca le scorre dinanzi veloce, assolutamente indifferente. Antonio Intorcia non si limita a gettare solo uno sguardo, sia pure pietoso, su quella realtÃ , su ciÃ² che rimane; egli rivolge, simultaneamente, anche un pensiero su quel mondo che fotografa. Egli guarda e pensa. E quella foto diviene lâ€™immagine stessa, simbolica del sogno che si Ã¨ infranto. Come un guscio vuoto di noce, insieme ad altre barche che fanno solo un cumulo di immondizia, quella barca Ã¨ lâ€™immagine muta dellâ€™assoluta solitudine che strilla assordante nel vuoto, come il volto disperato dellâ€™Urlo di Munch. .La sua arte fotografica rientra cosÃ¬ nella poetica che Rauschenberg, dopo Warhol, elaborava giÃ negli anni sessanta per cui lâ€™arte puÃ² anche solo pensare, guardando il mondo. Eâ€™ unâ€™arte che va oltre la dimensione del reportage: piÃ¹ che descrivere, rappresentare, interpretare la realtÃ , vuole testimoniarla. Di qui nasce la sua missione di reporter fotografico ramingo per il mondo, di naufrago egli stesso, con espressione torva e selvaggia nel volto barbuto e sconvolto.Nellâ€™arte fotografica di Intorcia, memore dellâ€™insegnamento ricevuto dalla tradizione della sua famiglia di fotografi, gli elementi tornano ad essere funzionali, perdono cioÃ¨ lâ€™esclusiva trasposizione fantastica e riacquistano, nella fedeltÃ fotografica alla realtÃ , il loro peso e la loro gravitÃ ; la composizione diviene un insieme di masse solide, precise, che ben sâ€™impongono nello spazio con un ritmo solenne ed austero, tutto impegnato a proporzionare i pieni e i vuoti, i contrasti di luci e di ombre, a testimoniare una drammatica vicenda. Il linguaggio espressivo si basa su una nuova struttura dellâ€™immagine, privilegiando la prospettiva centrale, e acquista una sua intrinseca struttura topologica che va oltre la struttura oggettiva dei luoghi reali. CosÃ¬, ad esempio, la barca citata assume ogni volta una sua collocazione contingente precisa; Ã¨ solo la sagoma scura del suo ventre ricurvo che si arrampica ai bordi estremi del foglio bianco, o, come in altra foto, si pone in margine nella composizione, sullo sfondo scuro dâ€™unâ€™improbabile spiaggia, contro un primo piano di luce sullâ€™asfalto della strada cittadina. In ogni singola visione lâ€™immagine della barca trova una sua decontestualizzazione dallâ€™ambiente suo piÃ¹ proprio, la spiaggia, il mare; essa serve a far riacquistare allâ€™oggetto ripreso, il suo significato originario che si era perduto: la barca Ã¨ il sogno di una vita. Il salvagente sul fondo della barca si presenta rigonfio ma si ripresenta sgonfiato e inutile, sul pavimento di cemento. Concatenate, le due immagini significano che il salvataggio dellâ€™umanitÃ , tentato, Ã¨ fallito. A differenza della Pop Art, lâ€™autore non cerca manipolazioni di sorta dellâ€™immagine reale, non visioni rasoterra o aeree o accidentali che deformano la realtÃ in una prospettiva aberrata; esso ripristina, restaura il valore funzionale della prospettiva centrale e ne rivaluta le canoniche tre dimensioni: nella profonditÃ dello spazio sâ€™inquadra il dialogo diretto, il colloquio frontale, tra la realtÃ e lâ€™artista. Le immagini esprimono sÃ¬ una certa crudezza e violenza di contenuti, ma Ã¨ una violenza contemplata quella fermata e proiettata sulla foto. Nasce cosÃ¬ la re-invenzione dellâ€™immagine, una ri-figurazione che Ã¨ una caratteristica propria dello stile di Intorcia. La concentrazione dello sguardo e del pensiero Ã¨ sui fatti, sulle immagini incontrate per strada, se mai per caso. E su questa realtÃ scoperta, che Ã¨ la realtÃ vissuta, o meglio il vissuto della realtÃ , lâ€™autore invita noi che guardiamo, non piÃ¹ indifferenti e crudeli, a volgere, oltre lo sguardo, un pensiero, se mai pietoso, consapevoli che quel mondo ritratto comunque ci appartiene. Un mondo di cui siamo responsabili. Riccardo Sica

\ PERIFERIE ABITATE ///

\ PERIFERIE ABITATE /// Un ritratto di Avellino, che con buona pace di sporadiche occasioni, Ã¨ diventata una cittÃ dormitorio, dove anche i luoghi simbolo (vedi la torre dell'orologio o il duomo) non sono vissuti, restano dei monumenti statici nella loro autoreferenzialitÃ . tutti i luoghi sono stati ritratti in modo da evocare una sorta di immobilitÃ , infatti non si scorge alcuna presenza umana tranne che nella foto della stazione, luogo che in altre occasioni dovrebbe pullulare di umanitÃ ! invece vi si scorge un 'unica, minuscola presenza, nascosta da uno strumento musicale che quasi la rende irriconoscibile. ogni singolo scatto Ã¨ stato realizzato in pieno giorno, contrariamente a quanto potrebbero suggerirne i toni scuri e il buio del cielo. ma era proprio quello il puntoâ€¦. rendere fotograficamente la triste bellezza di un luogo che la presenza umana avrebbe altrimenti reso "colorata" e vissuta.