21 Novembre 2020 di Redazione Redazione

Anche se tutti, di tanto in tanto, ci perdiamo con lo sguardo verso il cielo stellato, pochi di noi hanno la pazienza e le competenze tecniche che servono per fotografarlo. Per stimolare la nostra passione per l’astrofotografia, abbiamo chiesto aiuto a un professionista del settore, Ollie Taylor, che ci rivelerà ogni segreto per catturare scatti incredibili dei magici eventi che animano il cielo di notte.

Le basi

Riempire la borsa con l’attrezzatura giusta può darci migliori probabilità di successo.

La modalità di esposizione manuale è indispensabile per catturare l’aurora boreale e, in generale, il cielo notturno. Finora, le reflex hanno rappresentato lo strumento più adatto a questo genere, ma oggi anche le mirrorless (in particolare le full-frame) garantiscono risultati formidabili grazie alla loro capacità di assicurare un’alta qualità d’immagine anche ai livelli ISO più elevati. Oltre alla fotocamera, è importante avere anche un obiettivo grandangolare luminoso, utile sia per catturare abbastanza luce sia per ottenere una visuale imponente del cielo. Batterie e schede di memoria possono incontrare problemi, rallentamenti e malfunzionamenti al freddo, quindi ricordiamo sempre di tenerle al sicuro in tasca.

Cielo stellato

Cosa ci serve:

  1. Obiettivo.Scegliamo un grandangolo con ampia apertura massima di diaframma. Se il budget è limitato, valutiamo opzioni di produttori terzi come Tokina e Sigma. Ricordiamo che comporre è più facile con uno zoom che con un’ottica a focale fissa.
  2. Treppiede stabile. In viaggio è sempre più simpatica l’idea di un treppiede piccolo e compatto, ma per i notturni è più affidabile un modello alto e robusto, perché dovremo inclinare la fotocamera verso il cielo o, a volte, puntarla diritta sulla verticale. La testa è molto importante: verifichiamo che regga bene il peso di fotocamera più obiettivo in uso.
  3. Scatto remoto. Usiamo un telecomando wireless per scattare senza toccare la fotocamera. Un intervallometro è prezioso se vogliamo catturare sequenze di immagini, per esempio per costruire una foto con scie stellari o per un time lapse, o ancora se vogliamo impostare un tempo molto lungo e avere la possibilità di allontanarci dal corpo macchina durante l’esposizione.
  4. Filtri. Un filtro “intensificatore” rosso aiuta a tagliare la porzione giallo-rossa di luce e ridurre l’effetto dell’inquinamento.
    Durante l’aurora, però, conviene rimuovere tutti i filtri, anche il semplice filtro protettivo UV, perché rischiano di introdurre interferenze impossibili da rimuovere dopo lo scatto.
  5. Torce. Le torce, sia “da testa” sia a mano, sono utilissime durante una sessione notturna. Una torcia a LED può ovviamente permetterci di vedere dove mettiamo i piedi e di cambiare le impostazioni al buio, ma può servire anche per aiutare la messa a fuoco. Torce più grandi, magari colorate, possono invece introdurre disegni luminosi in porzioni della scena.
  6. App essenziali. App come PhotoPills e siti web specialistici possono darci indicazioni su previsioni meteo e probabilità di avvistare l’aurora. Ollie consiglia Aurora Forecast, che raccoglie informazioni e produce previsioni relative all’aurora, oltre a fornire un Indice KP a due giorni.

Aurora Boreale: Una danza mozzafiato

Quando abbiamo trovato il posto giusto per scattare e le previsioni danno forti probabilità di vedere l’aurora, cominciamo a preparare la fotocamera. La prima cosa da fare in vista di una sessione notturna è ridurre al minimo la luminosità del display LCD, in modo da poterlo usare al buio senza esserne abbagliati. Rimuoviamo qualsiasi filtro dall’obiettivo che useremo: i filtri possono ridurre la quantità di luce che raggiunge il sensore e creare dominanti indesiderate – spesso impossibili da rimuovere in post-produzione. Scegliamo la modalità manuale per esposizione e messa a fuoco e ruotiamo l’anello di fuoco su infinito. Un ottimo risultato dipende dalla quantità di luce: impostiamo un numero f/ basso e un livello ISO molto alto.
L’aurora boreale è una sorgente di luce naturale, di intensità variabile, in costante evoluzione
e capace di emettere luminosità anche molto intensa: non ci sono impostazioni predefinite certe. Un buon punto di partenza, però, sono regolazioni simili a quelle che useremmo per qualsiasi scatto di fotografia astronomica: partiamo da 20 secondi, ISO 6.400 e diaframma aperto al massimo. Quando l’aurora si intensifica, riduciamo il tempo di posa per trattenere il dettaglio delle luci e abbassiamo gli ISO per un’immagine più pulita. Interveniamo di pochi stop alla volta, finché vediamo che le luci alte non sono eccessivamente bruciate. Per mantenere nitide le stelle, teniamo conto di lunghezza focale e tempi. Negli eventi meno intensi possiamo ritrovarci a non lasciare mai ISO alti e tempi lunghi, mentre le tempeste solari più forti possono far precipitare i tempi intorno a 2 sec e gli ISO intorno a 400-800.

Aurora Boreale, Islanda

Lo shooting in tre semplici passi

  1. Messa a fuoco. Lavoriamo sempre in manuale e lasciamo l’obiettivo su infinito, anche se è un’impostazione spesso poco calibrata. Se possibile, mettiamo a fuoco manualmente, in Live View, su qualcosa come una sorgente di luce a 30-40 metri di distanza: avremo stelle nitide (a seconda però anche del tempo di posa), orizzonte netto e circa due terzi di scena a fuoco. Possiamo mettere a fuoco anche su una stella, ma è meglio portare con noi una torcia potente per illuminare un elemento in primo piano.
  2. Composizione. Non è sempre facile trovare una buona composizione, magari mentre guidiamo inseguendo l’aurora tra le nuvole. Le prime volte, probabilmente non ci importerà nemmeno tanto, ma per avere un risultato perfetto, studiamo le previsioni sull’aurora, valutiamo il meteo, esploriamo la zona e cerchiamo il punto di vista migliore con la luce del giorno.
  3. Scatto. Verifichiamo che il treppiede sia stabile, avviamo l’esposizione in remoto e se abbiamo una reflex usiamo il blocco dello specchio. Partiamo dalle impostazioni menzionate sopra e riduciamo tempo di posa e livello ISO a seconda delle condizioni.

Catturare le stelle

Un capolavoro richiede una buona conoscenza del luogo. Non pensiamo al paesaggio come a un accessorio del cielo stellato – al contrario, prevediamo come il cielo possa completare il paesaggio. Dal punto di vista della composizione, dobbiamo conquistare l’osservatore combinando terra e cielo e seguendo le classiche regole della fotografia paesaggistica. Se il nostro scopo è includere un immenso cielo, scattiamo con la focale più corta possibile e cerchiamo di tenere l’obiettivo con un’inclinazione non superiore ai 15°. Con le focali più lunghe, l’impresa si complica e l’allineamento corretto degli elementi principali diventa cruciale. Diamo enfasi ad alcuni elementi, concentriamoci sui dettagli, usiamo le strutture e, ovviamente, i riflessi. Il cielo non deve essere per forza limpido: alcun nuvole possono dargli molto impatto.

Stelle

  1. Impostazioni. Per prima cosa, impostiamo bilanciamento del bianco, riduzione del rumore ad alti livelli ISO e fuoco manuale. Il punto di fuoco varia tra cielo e primo piano: valutiamo se scattare due inquadrature e sovrapporle via software.
  2. Diaframma ampio. App come PhotoPills possono aiutarci a calcolare il miglior tempo di scatto da abbinare a qualsiasi lunghezza focale per stelle nitide. Apriamo il diaframma, impostiamo il fuoco su infinito, ingrandiamo una stella in Live View e regoliamo il fuoco.

Fotografare la luna

Il crepuscolo è tra i momenti migliori in cui fotografare la luna, perché esporre per il paesaggio è più semplice di quanto non sia sotto un cielo nero. Decidiamo se vogliamo una luna piena o una falce e poi ricorriamo ad app come PhotoPills o The Photographer’s Ephemeris per pianificare l’inquadratura tenendo conto della posizione in cui la luna sorgerà e calerà e della sua traiettoria nel cielo. È una buona idea anche studiare le tre fasi del crepuscolo – civile, nautico e astronomico. Le immagini della luna sul paesaggio in genere vengono meglio al crepuscolo civile (il più luminoso), ma è possibile ottenere ancora ottimi risultati anche durante la fase nautica (la seconda) In questi momenti è possibile altresì catturare la cosiddetta luce cinerea (la sezione di luna in ombra, schiarita dal riflesso della terra). I teleobiettivi di minor qualità costringono a usare diaframmi centrali (f/8 o f/11) per avere scatti nitidi – e quindi ad alzare gli ISO o allungare la posa

Luna piena

  1. Nitidezza.Il segreto per scatti nitidi, con il tele come con il grandangolo, è un treppiede davvero stabile. Inoltre, dobbiamo scattare con un comando remoto o l’autoscatto.
  2. Dettaglio. I teleobiettivi di qualità, a diaframma aperto (f/4-f/5.6), restituiscono un eccellente dettaglio della superficie della luna e permettono esposizioni più veloci (1/60 di secondo o meno). Lavoriamo sugli ISO per arrivarci.

Riprendere la Via Lattea

Pianificare è assolutamente indispensabile: ci vuole molto più studio di quanto sembri. Dobbiamo conoscere le fasi lunari e gli orari del crepuscolo, oltre all’orientamento della Via Lattea in ogni periodo dell’anno. Nelle zone che non conosciamo bene, poi, è importante effettuare ricognizioni diurne, e sulle coste dobbiamo informarci sul ciclo delle maree. Per pianificare e individuare possibili punti di scatto possiamo aiutarci con app come PhotoPills e Stellarium.
Il segreto del successo, quando riprendiamo la Via Lattea, è la composizione. È facile cedere alla tentazione di puntare la fotocamera in alto e includere tutto il possibile, ma in realtà paga di più osservare la scena con occhio da paesaggisti e poi pensare a come completarla con il cielo notturno. Ollie consiglia di considerare il fondale della Via Lattea come l’estensione del paesaggio: in primo piano, deve comunque esserci qualcosa che accompagni lo sguardo nella scena, mentre il cielo deve essere un’aggiunta.

Via Lattea

  1. Per cominciare. Usiamo modalità di esposizione e messa a fuoco manuali, impostiamo l’obiettivo su infinito e apriamo al massimo il diaframma. Se possibile, puntiamo una stella luminosa e ingrandiamo l’anteprima Live View, regolando la messa a fuoco finché non la vediamo perfettamente nitida. Mettiamo a fuoco subito, perché poi potremo voler cambiare composizione. Con il grandangolo, buone impostazioni di partenza possono essere 15-20 secondi a ISO 5.000-6.400, alla massima apertura di diaframma. Ovviamente, il livello ISO dipenderà anche dal modello di fotocamera e dalle sue capacità di gestione del rumore. Applichiamo il principio del bracketing al livello ISO: scattiamo una serie di esposizioni da ISO 3.200 a 6.400 e sperimentiamo in fase di elaborazione per capire fin dove possiamo spingerci.
  2. Regoliamo e usiamo le app. Dobbiamo fare un po’ di pratica con ISO, post-produzione e lunghezze focali per stabilire quali tempi di posa siamo più soddisfacenti. Teniamo in mente che la “regola del 500” (il tempo di scatto più lungo che possiamo usare è 500 diviso la lunghezza focale) non si applica a tutti i sensori full-frame, ed è più facile che la regola sia “del 200”. Abbiamo quindi bisogno di un obiettivo con buone prestazioni alla massima apertura e di un corpo macchina capace di produrre immagini accettabili a ISO molto alti.

Ollie Taylor

Ollie Taylor è un fotografo astronomico e un paesaggista di fama internazionale. Nei rari periodi in cui è a casa, risiede sulle coste del Dorset, Inghilterra. La fotografia notturna lo ha conquistato durante un mese di viaggio in Islanda, alla fine del 2011. Oggi Ollie tiene corsi specialistici e lezioni individuali in tutta Europa, oltre a un laboratorio regolare per la Royal Photographic Society.

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