Andrea Cappai Andrea Cappai

Collection of My Beautiful Photography

PAESEcagliari

ATTREZZATURAcanon eos 80d

Terra mea (la mia terra inquinata)

“Terra Mea”

La Sardegna con i suoi 445.000 ettari è la regione con la maggiore area inquinata/contaminata dell’Italia seguita dalla Calabria con 345.000 ettari.
I siti di interesse nazionale, o S.I.N., come noto, rappresentano delle aree contaminate molto estese classificate fra le più pericolose dallo Stato. Necessitano di interventi di bonifica ambientale del suolo, del sottosuolo e delle acque superficiali e sotterranee per evitate danni ambientali e sanitari.
In Sardegna sono riconosciuti come siti S.I.N le zone del Sulcis/Iglesiente/Guspinese e Portotorres, da poco riclassificato a S.I.R (sito di interesse regionale) l’arcipelago della Maddalena, per poi aggiungere altre zone che si ritrovano in gravi condizioni ambientali tipo quelle di Sarroch (Impianto petrolchimico), Furtei (Ex Miniera dell’Oro), Teulada (Poligono Nato), Ottana (Industria Petrolchimica), e Fluorsid (Industria chimica) ultimo caso recente di contaminazione dell’aria e del suolo, falde acquifere e il riversamento di fanghi acidi nella laguna di SantaGilla. (Fonte Unione Sarda)
Dagli anni Sessanta,la Sardegna ha assistito allo sviluppo di un modello d’industrializzazione di forte impatto sull’ambiente e la vita delle comunità  locali, importato con il consenso e l’entusiasmo della classe politica regionale. Qui, come altrove in Italia, questo sistema produttivo ha visto il proprio declino con la fine delle politiche d’investimento pubblico, nel segno di una crisi industriale tangibile in tutto il Paese. Il processo di industrializzazione forzata vede l’agricoltura soccombere alla sottrazione di suoli destinati a impianti chimici e petrolchimici.
Soccombe soprattutto la salute di tutti i cittadini, dove, per l’egoismo/menefreghismo dell’uomo, oramai nella società  attuale interessata solamente al “POTERE” e al “DIO DENARO” trascurando le conseguenze.
Per citare qualche dato: si legge in una ricerca epidemiologica condotta da otto ricercatori dell’Università  di Oxford, l’agglomerato industriale petrolchimico che si è sviluppato a partire dalla raffineria di petrolio di Sarroch, fino all’entroterra espropriato dal poligono militare di Teulada, i bambini “presentano incrementi significativi di danni e di alterazioni del Dna ,i livelli di benzene e di etil-benzene nell’aria sono di gran lunga più alti di altre zone, dove diversi studi hanno già  dimostrato che da queste parti ci si ammala di leucemia tre volte tanto rispetto alla norma. Il risultato più scioccante che tutto questo potrebbe essere responsabile di vere e proprie mutazioni genetiche.

A tutto questo si aggiungono i siti delle miniere dismesse dove dopo decine di anni ancora non sono partiti i lavori di bonifica:
-Miniere del Sulcis/Iglesiente dove il Rio Irvi altamente inquinato soprattutto da Cadmio, Rame, Nichel, Piombo, Zinco dove la foce del fiume si butta nel splendido litorale di Piscinas tra le altissime dune di sabbia.
– Ex Miniera d’oro di Furtei nata nel 1997 ha continuato la sua attività  per 10 anni, ha lasciato come eredità  colline sventrate, fanghi verdastri, bacini color ruggine pieni di cianuro, mercurio e altri metalli pesanti che tracimano ad ogni pioggia a due passi dalla diga di Sa Forada de s’Acqua.
In questo cambiamento epocale, dove le grandi industrie e miniere hanno portato alle popolazioni del posto un “benestare economico”, tante buste paga, redditi più elevati, ingolosendo i cittadini ad una vita più “bella e semplice”, tralasciando lo sterminio di tutte le persone che si sono ammalate e sono morte di mali terribili, le istituzioni dovrebbero pensare a ridurre gli insediamenti non ad aumentarli, perché nessuna disoccupazione è migliore della morte, fare qualche passo indietro, tornare alle origini dove tutto funzionava lo stesso , dove un nostro cantante intonava queste note:
Chi suda, chi lotta, chi mangia una volta
Chi gli manca la casa, chi vive da solo
Chi prende assai poco, chi gioca col fuoco
Chi vive in Calabria, chi vive d’amore
Chi ha fatto la guerra, chi prende il sessanta
Chi arriva agli ottanta, chi muore al lavoro
Na na na na na na na na na na
Ma il cielo è sempre più blu.
Difendiamo la Nostra Terra,come i cani difendono il pastore con il suo gregge, saremo tutti più ricchi “dentro”.

Canon Eos 80D
obiettivo 18/135 canon
focale 18mm
f/7.1
1/640sec
iso 200

Cagliari, CA, Italia

2018/01/01

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