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La mia passione per le popolazioni tribali mi ha portato a viaggiare in diversi paesi come l'India, l'Asia e l'Africa per effettuare reportage fotografici ben precisi come quelli sulle ultime donne tatuate, sia indiane che della birmania. Cerco il contatto con le persone per apprendere a pieno il loro stile di vita e le loro tradizioni e usanze. Il reportage però non è l'unico genere fotografico che mi appassiona ma sono attratto da tutto ciò che mi colpisce dal punto di vista fotografico. Tengo corsi di fotografia e sono autore di due libri illustrati. Le mie foto sono state esposte in diverse mostre ricevendo premi e riconoscimenti anche internazionali.

PAESEItaly

ATTREZZATURACanon EOS 5D Mark IV, Canon EOS 5D Mark II, Canon 70-200 serie L, Canon 24-70 serie L, Canon 24-105 serie L, Canon 24-70 serie L, Sigma 50, Sigma 35 Art

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Women – Survivors in Myanmar

Sono appassionato di popolazioni tribali dell’India e dell’Asia; ho fatto dei reportage fotografici in diversi stati dell’India nel 2014 e specificatamente in Orissa nel 2016; in Aprile 2017 mi sono recato in Myanmar per documentare le popolazioni tribali tatuate dello stato del Chin, pratica ormai vietata dal Governo birmano dal 1961 e quindi in via di estinzione.
Ho frequentato diversi villaggi entrando in contatto con la popolazione e documentando le loro abitudini. Questo portfolio è incentrato sulle donne con il volto tatuato; di seguito i motivi di questa pratica.

“I MOTIVI DEI TATTOO SUL VOLTO DELLE DONNE” :
Le popolazioni tribali che vivono nelle montagne del Myanmar usavano tatuarsi il volto per motivi e credenze diverse. Le donne ancora oggi in vita non ricordano un motivo solo ben preciso; quello più affermato è che le loro madri facevano loro tatuare il volto per diventare meno attraenti e quindi evitare di essere rapite dai sovrani o altre tribù.
Ecco che tatuarsi era l’unico modo per “SALVARSI”.

In Myanmar, la tradizione del tatuarsi in viso ha radici e significati molto profondi e il fatto che non ci sono precise certezze avvolge ancor più nel mistero le usanze di questi popoli. Si deve fare riferimento all’ANIMISMO, alla VENDETTA, alla BELLEZZA e alle numerose TRIBU’.
ANIMISMO: Quando la gente del Chin muore, l’anima va alla montagna “Monu” dove c’è un angelo che ne custodisce il passaggio! Il suo nome è “Monu Awi” e le donne senza tattoo sul viso non potranno accedervi! Alle donne con il viso tatuato fino al collo, l’angelo serve acqua cristallina. A quelle con il solo viso tatuato offre acqua sporca.

VENDETTA: Il popolo del Chin era un popolo molto vendicativo. Se un membro di una famiglia veniva ucciso, i suoi parenti avevano il diritto di uccidere a loro per vendetta. Una vita per un’altra vita ad esclusione però di donne e bambini! Ma talvolta si poteva commetteva un errore, e allora per distinguersi più facilmente dagli uomini, le donne si tatuavano il volto.

BELLEZZA: I tattoo sul viso aiutano la donna a sembrare più giovane nascondendo le sue rughe. Un tatuatore bravo usava un colore verde molto acceso per tatuare e la donna diventava ancor più bella. Ma per scoprire il vero motivo possiamo solo attenerci alla storia che si ricorda dal 1960, perché anche gli anziani di oggi non hanno ricordi ben precisi. Ciò che è stato tramandato oralmente narra che solo il Re “Alaung Sithu” arrivò nelle montagne del Chin e si innamorò della bellissima figlia del Leader, “Hilong mang Htang”, nel 14th secolo.
A testimonianza di ciò esiste una pagoda costruita dal Re vicino al villaggio di Hilong! La storia dice che le donne del Chin praticavano tattoo sul loro viso già  prima del 11th secolo!

TRIBU’: Di discendenza tibeto-birmano, l’etnia Chin è costituita da molte tribù, come i M’uun, M’kaan, Dine,…, suddivise in gruppi o clan. Ciascuna di esse ha disegni specifici per cui è possibile risalire a quale tribù appartiene una donna in base alle linee e ai simboli rappresentati sul suo volto.

Fotografando in condizioni di luce molto varie, scattando sia all’aperto sia all’interno di capanne, e soprattutto con luce differente in una stessa scena, sono solito e costretto a variare spesso gli ISO e a utilizzare molto la compensazione dell’esposizione. Non uso mai il flash ma preferisco l’atmosfera creata dai raggi di sole del momento e non uso il cavalletto in quanto è fondamentale entrare prima in contatto con il soggetto, facendo uso di una guida locale, e poi scattare.
Adoro questi popoli perchè mi trasmettono emozioni vere e mi permettono di meditare sul nostro modo di vivere ricco di cose sicuramente superflue.
Considero la fotografia uno dei pochi mezzi adibiti a fermare il tempo, capace di non far dimenticare e di diffondere ciò che non tutti possono vedere. Sono autore di due libri illustrati e tengo corsi di fotografia. www.fabriziocrippa.it
Canon EOS 5d Mark II, Obiettivi Canon 24-105 serie L, 16-35 serie L, 24-70 serie L.

Chin State, Myanmar (Birmania)

04/19/2017

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