6 Settembre 2021 di Redazione Redazione

Vuoi ottenere foto più nitide? Ecco come sfruttare tutta la potenza di risoluzione della tua fotocamera EOS e dei suoi obiettivi.

Foto più nitide: introduzione

“La nitidezza è un concetto borghese”. È una delle frasi celebri attribuite a Henri Cartier-Bresson. Non ci sentiamo di smentire uno dei fotografi più influenti di tutti i tempi, anche perché, come tutti, amiamo anche un’immagine morbida, sfocata, deliberatamente fuori fuoco. Nella maggior parte dei casi, però, è fuori di dubbio che la nitidezza sia necessaria.

Possiamo aprire il portafoglio per semplificarci l’impresa. Obiettivi migliori e fotocamere ad alta risoluzione permettono senz’altro di risolvere più dettaglio. Anche così, però, i risultati possono deludere se non applichiamo le tecniche giuste e non seguiamo alcune regole.

Le principali cause di “morbidezza” sono due: movimento della fotocamera o del soggetto e messa a fuoco imprecisa. Evitare il mosso dipende dal tempo di scatto. Più a lungo il sensore è esposto alla luce e più aumenta il rischio di catturare movimento. Possiamo risolvere il problema alzando il livello ISO per accorciare l’esposizione oppure usando un obiettivo stabilizzato o il treppiede.

Per quanto riguarda la messa a fuoco, ci sono un paio di cose da considerare. Primo: il soggetto si muove? È determinante per selezionare la modalità autofocus o l’opportunità di disattivare il sistema AF. Secondo: è possibile che l’autofocus agganci una parte di immagine diversa dal soggetto? Se c’è qualcosa tra la fotocamera e il soggetto, è probabile che lo faccia. In questo caso, dobbiamo selezionare manualmente un punto AF, senza delegare alla fotocamera.

Modalità di messa a fuoco

foto più nitide

AF One Shot
Una volta acquisito il fuoco, l’obiettivo rimane bloccato su quella distanza finché non togliamo il dito dal pulsante di scatto. Va bene per fotografie generiche di soggetti statici.

AF Servo/AI Servo
È la modalità dedicata alla fotografia d’azione. La fotocamera regola il fuoco per seguire il movimento e permette di scattare indipendentemente dall’acquisizione della messa a fuoco.

AF AI Focus
Funziona come la modalità One Shot finché la fotocamera rileva un movimento, poi passa al funzionamento AI Servo. Molti fotografi usano il pulsante AF sul dorso per ottenere un risultato simile.

Modalità manuale
Usiamola quando vogliamo posizionare il fuoco su un punto preciso, per esempio per close-up o paesaggi. L’ingrandimento Live View è di grande aiuto per osservare i dettagli fino a 10x.

Prendiamo il controllo del tempo di posa

Se lavoriamo a priorità di diaframma (Av), la fotocamera imposta il tempo di scatto per produrre un’esposizione corretta in relazione al diaframma che abbiamo selezionato. Quando i livelli di luce sono bassi, o se abbiamo scelto un diaframma molto chiuso, il tempo può diventare troppo lento per ottenere immagini a mano libera. È un problema che è facile trascurare, quando siamo concentrati sulla composizione.

Lavorare a priorità di tempo (Tv) o in manuale ci permette di impostare uno specifico tempo di scatto e di essere così certi che sia appropriato per le condizioni in cui lavoriamo. La regola di massima per calcolare il tempo che possa evitare il mosso allo scatto è basata sulla lunghezza focale effettiva in uso. È la regola “1/mm” e nell’applicarla dobbiamo tenere conto del fattore di moltiplicazione focale del nostro sensore.

Per esempio, un obiettivo 50 mm montato su una fotocamera full-frame, come una EOS 6D Mark II, può dare immagini nitide a mano libera a 1/50 di secondo. Con lo stesso obiettivo su una EOS 7D Mark II, che ha sensore APS-C e fattore di moltiplicazione focale pari a 1,6x, dobbiamo invece impostare un tempo di scatto di almeno 1/80 di secondo (50×1,6). C’è un certo margine: alcune fotocamere o obiettivi sono più pesanti di altri.

Ovviamente, ci sono casi in cui vogliamo un tempo di scatto più lento, per sfocare deliberatamente alcune parti della scena. In questi casi, dobbiamo usare un treppiede o un sistema di supporto per mantenere la macchina fotografica immobile e catturare nitidi gli elementi statici dell’immagine. Il contrasto tra elementi statici ed elementi mossi può addirittura enfatizzare l’impressione di nitidezza.

Profondità di campo

Un obiettivo può essere davvero a fuoco su una singola distanza, ma altre parti dell’immagine, davanti e dietro il punto di fuoco, sembrano comunque nitide. Questa fascia di apparente nitidezza è detta profondità di campo e varia a seconda di alcuni fattori, tra cui, per esempio, distanza dal soggetto e dimensioni del sensore. Il modo più semplice di controllare l’estensione della profondità di campo è il diaframma. I più ampi, come f/2.8 e f/4, la riducono, i più chiusi, come f/11 e f/16, la aumentano.

Il problema dei diaframmi chiusi è che lasciano entrare meno luce e il sensore deve essere esposto più a lungo, con un aumentato rischio di mosso. Possiamo alzare il livello ISO, per rendere il sensore più sensibile. Oppure aiutarci con un obiettivo stabilizzato, per ridurre l’evidenza di mosso allo scatto.

Evitiamo di impostare il diaframma più chiuso disponibile, perché gli effetti della diffrazione (i raggi di luce piegati dalle lamelle del diaframma) possono ammorbidire le immagini nonostante la maggiore profondità di campo. Quando invece usiamo diaframmi aperti, curiamo bene la messa a fuoco. Qualsiasi errore diventa evidente, soprattutto in close-up.

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