31 Dicembre 2018 di Redazione Redazione

Sotto la superficie del mondo

Un produttore americano dopo il successo internazionale di Blow-up offrì ad Antonioni di girare Peter Pan con Mia Farrow. Il regista rinunciò al film nonché a una montagna di dollari. Ma ve lo vedete Michelangelo Antonioni girare Peter Pan?
Tutte le volte che mi è capitato di parlare con i fotografi, quelli veri, a un certo punto, il discorso cadeva su Blow-up, il film di Michelangelo Antonioni. Molti di loro avevano pensato di diventare fotografi dopo aver visto il film e la loro scelta non era un’assurdità perché Blow-up fu un film epocale e fece scuola.



I critici hanno versato fiumi di inchiostro per questo film ed è innegabile che Blow-up, espressione che significa ingrandimento, anticipi molte delle riflessioni sulla mancanza di senso del reale e sul senso dell’immagine. Questo film, che appartiene alla storia del cinema, ha influenzato generazioni di fotografi e registi e consente ancora oggi di fare i conti con la nostra dimensione esistenziale, imprigionata in una realtà che ci sfugge e che si trasforma di continuo. La fotografia in quegli anni era ancora schiacciata tra i reportage dei giornali illustrati e i circoli dei fotoamatori e il dibattito teorico sulla fotografia e la società delle immagini era agli albori: l’osservatore, ancora ingenuo, si ostinava (e si ostina) a vedere nelle fotografie, il mondo stesso, ignorando che la riproduzione fotografica è un’illusione.
 

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