27 Aprile 2020 di Redazione Redazione
Con un patrimonio di oltre tre milioni di immagini, l’Archivio fotografico Istituto Luce Cinecittà costituisce la “memoria visiva” del Novecento, con i grandi eventi che hanno cambiato il volto del nostro Paese e i loro protagonisti. Fotografie che attraversano un intero secolo, dai fondi di prima acquisizione – che raccontano eventi, paesaggi, mutamenti sociali dal 1919 al 1956 – ai fondi acquisiti dal Dopoguerra in poi che documentano la società italiana dal 1948 fino ai nostri giorni. Un vasto patrimonio, entrato a far parte del registro Memory of the World (Memoria del Mondo) dell’UNESCO e oggi consultabile online sul sito dell’Archivio Luce e su Google Arts & Culture.
Tra le sezioni più antiche ricordiamo il Fondo Pastorel, con 1.740 negativi di Adolfo Porry Pastorel, considerato il padre del fotogiornalismo in Italia, e il Fondo Cinema muto, che conserva preziosi fotogrammi cinematografici originali dei primi del Novecento riguardanti scene tratte da film muti. Importanti le sezioni che rimandano agli anni a cavallo della Seconda guerra mondiale (in particolare il Reparto Guerra 1940-1944, con 71.648 negativi), così come il Fondo Grazia e Giustizia, con le immagini di Colò, Parisi e Isgrò che documentano la realtà degli Istituti di Prevenzione e Pena italiani.
Tra le ultime acquisizioni, il Fondo Master Photo, con due milioni di scatti che coprono gli anni che vanno dai Settanta alla fine dei Novanta, e il Fondo Settanni, con 49.065 immagini realizzate dal fotografo Pino Settanni tra il 1973 e il 2010: distinte in cinque serie archivistiche divise per categorie di soggetti, secondo la divisione definita dallo stesso Settanni, le immagini rispecchiano i molti interessi dell’autore e la sua predilezione per la fotografia di soggetto artistico.

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