12 Ottobre 2020 di Andrea Rota Nodari Andrea Rota Nodari

La serie TV Away di Netflix vede protagonista l’equipaggio di una missione spaziale che ha come obiettivo il primo sbarco dell’uomo su Marte. Chi si aspetta la classica produzione Sci-Fi roboante e spettacolare rimarrà un po’ deluso, sebbene non manchino certo i momenti adrenalinici. Away, infatti, non è solo la storia fantastica del viaggio verso il Pianeta Rosso, ma anche – e soprattutto – quella (umana) degli astronauti e di chi li dovrà aspettare a casa per anni. Due donne e tre uomini che si lasciano alle spalle le persone care per un obiettivo più importante delle loro stesse vite.

È interessante, e a volte spiazzante, il confronto tra l’enormità della missione e le vicende personali del team della navicella Atlas, composto da eroi impegnati a fare la Storia ma legati a doppio filo a faccende ben più “terrestri” che spesso li mettono di fronte a dilemmi esistenziali di complessa risoluzione. In uno dei momenti più critici (uno dei tanti, che però non svelerò per non… spoilerare!), all’equipaggio è chiesto di prendere dalle proprie cabine gli oggetti più cari: tutti, ma proprio tutti e cinque gli astronauti scelgono delle fotografie. Senza fotografie, quante volte dimenticheremmo fatti e persone che hanno contribuito a farci diventare ciò che siamo? La fotocamera è davvero una “macchina dei ricordi” unica. Portiamola sempre con noi, anche solo per realizzare le istantanee senza pretese che assumeranno però importanza quando andranno a comporre il diario della nostra vita.

Andrea Rota Nodari

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