La serie TV Away di Netflix vede protagonista l’equipaggio di una missione spaziale che ha come obiettivo il primo sbarco dell’uomo su Marte. Chi si aspetta la classica produzione Sci-Fi roboante e spettacolare rimarrà un po’ deluso, sebbene non manchino certo i momenti adrenalinici. Away, infatti, non è solo la storia fantastica del viaggio verso il Pianeta Rosso, ma anche – e soprattutto – quella (umana) degli astronauti e di chi li dovrà aspettare a casa per anni. Due donne e tre uomini che si lasciano alle spalle le persone care per un obiettivo più importante delle loro stesse vite.
È interessante, e a volte spiazzante, il confronto tra l’enormità della missione e le vicende personali del team della navicella Atlas, composto da eroi impegnati a fare la Storia ma legati a doppio filo a faccende ben più “terrestri” che spesso li mettono di fronte a dilemmi esistenziali di complessa risoluzione. In uno dei momenti più critici (uno dei tanti, che però non svelerò per non… spoilerare!), all’equipaggio è chiesto di prendere dalle proprie cabine gli oggetti più cari: tutti, ma proprio tutti e cinque gli astronauti scelgono delle fotografie. Senza fotografie, quante volte dimenticheremmo fatti e persone che hanno contribuito a farci diventare ciò che siamo? La fotocamera è davvero una “macchina dei ricordi” unica. Portiamola sempre con noi, anche solo per realizzare le istantanee senza pretese che assumeranno però importanza quando andranno a comporre il diario della nostra vita.
Andrea Rota Nodari