13 Agosto 2019 di Vanessa Avatar

Man Ray aveva già 44 anni quando realizzò questo splendido fotolibro d’artista e di artisti, summa della sua produzione fotografica. Photographs 1920-1934  era curato dal giovane Thrall Soby (1906-1979) che a Parigi aveva conosciuto Man Ray e acquistato le sue opere, donate poi al MOMA all’inaugurazione della sezione fotografica nel 1940. Il fotolibro era particolarmente rivolto alla scena dell’arte degli Stati Uniti, dove si stavano formando importanti collezioni di arte contemporanea. L’accoglienza però fu tiepida e anche Lewis Mumford direttore del New Yorker , pur ammirando il lavoro di Man Ray, gli contestò «di aver fatto quasi tutto con la sua macchina fotografica (Rayografie  e solarizzazioni), tranne che servirsene per fare fotografie», relegando ancora la fotografia in un ambito specifico e limitato. Man Ray gli rispose con una puntuta lettera in cui rivendicava il suo lavoro di avanguardia, non riducibile a «trucchetti», e di non aver neppure riconosciuto che «la terribile litografia a colori della copertina, è come qualunque principiante può vedere: una riproduzione in tricromia a mezzo tono di negativi a tre colori». Il libro è suddiviso in cinque sezioni. Fotografie still life , con l’introduzione L’age de la lumiére/L’età della luce  dello stesso Man Ray. Ritratti femminili , con una poesia di Paul Eluard.  Les visages de la femme/I volti della donna, con un commento di André Breton.  The man before the mirror/ L’uomo di fronte allo specchio, con un testo di Rrose Sélavy (Marcel Duchamp).  Quand les objects révent/ Quando gli oggetti sognano, Rayographs commentate da Tristan Tzara.

Per Man Ray le fotografie sono espressioni della sua autobiografia

Per Man Ray le fotografie sono espressioni della sua autobiografia, uno specchio in cui riflette le proprie emozioni e pulsioni secondo la poetica surrealista. «Solo il Surrealismo è stata la forza che ha saputo estrarre dalla Camera Oscura le vere forme luminose, imponenti. La fotografia è un’invenzione della mente, l’uomo fotografo è l’uomo che riacquista il potere dello sguardo e non ha più bisogno di alfabeto». Moltissime sono le visionarie ed enigmatiche citazioni di Man Ray che rimangono attuali anche lontano dalle provocatorie atmosfere d’avanguardia dell’epoca. «Dipingo ciò che non posso fotografare, fotografo ciò che non voglio dipingere. La fotografia non è l’arte. L’arte non è la fotografia». E ancora con ironia e disincanto: «La fotografia è il mezzo più veloce che ho trovato per esprimermi. In pochi secondi, faccio con la fotografia quello che potrei realizzare in sei mesi con le mie mani. È la luce che lavora al posto mio». Insomma, Man Ray infrange le barriere tra le arti, rivendicando la ricchezza estetica delle contaminazioni nella «convulsiva bellezza surrealista». Photographs 1920-1934  non ottenne quel successo di vendite che l’ambizioso progetto sperava, spingendo l’editore a inventare una fittizia seconda edizione, segno del successo della prima. Ritroviamo così un’edizione che è in realtà sempre la stessa, a cui è stato sostituito nel frontespizio l’indicazione di seconda edizione (v. Andrew Roth, The Book of 101 Books ). Il valore collezionistico rimane alto, tra 2.000 e 2.500 euro per tutta la tiratura, magnificamente stampata e con la copertina che conserva splendidamente i colori originali.

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