9 Giugno 2021 di Elisabetta Agrati Elisabetta Agrati

Inaugura l’11 giugno all’interno di Fotografia Europea 2021 la mostra fotografica di Valerio Polici dal titolo Interno. Si tratta di un’installazione di quattordici fotografie a colori dalla serie Interno che potranno essere ammirate presso lo spazio San Zenone di Reggio Emilia.

Valerio Polici a Fotografia Europea

Dopo il successo di Ergo Sum, il lavoro con cui l’artista ha vinto il Circuito Off di Fotografia Europea nel 2019, con Interno Valerio Polici realizza “un viaggio a ritroso nel proprio immaginario”.

Fotografia Europea

Interno © Valerio Polici

Si tratta di un progetto realizzato nell’arco temporale di cinque anni in varie città europee. Tutte le immagini sono scattate in interni, a colori e in formato verticale. Una scelta molto netta che si riflette anche nella forma espositiva. Ogni opera viene accostata a un’altra, seguendo non una logica narrativa “didascalica”, ma suggestioni capaci di trasmettere costantemente un profondo senso claustrofobico e di inquietudine.

Attraverso questo lungo progetto, l’artista vuole riflettere sul complesso rapporto fra immagine e parola. Si chiede se una storia possa essere raccontata “senza essere davvero una storia”. Se le immagini possano bastare per creare una narrazione.

Fotografia Europea

Interno © Valerio Polici

Spiega Valerio Polici: «Ho pensato a un’installazione capace di dialogare con lo spazio, mantenendo una forte coerenza col carattere estremamente rigoroso del progetto. Per questo, ogni stampa ha le stesse dimensioni, la stessa carta, ed è disposta sulla stessa altezza, quasi come se fosse la bobina di un film srotolata. La dimensione di 90×60 cm mi sembrava quella giusta perché abbastanza grande da permettere all’occhio di muovercisi dentro, apprezzando dettagli e cromatismi, ma abbastanza piccola da garantire l’intimità necessaria alla fruizione di questo lavoro».

«La sequenza segue una logica ben precisa: in ogni passaggio, in ogni dittico, c’è l’intenzione di trovare legami forti, seppur non immediatamente comprensibili, che facciano emergere qualcosa di irrisolto… Ho cercato inoltre di dare forma a un ritmo, di conferire al tutto una sua musicalità. Pause e vicinanze diventano strumenti narrativi funzionali a quest’intenzione. La forma installativa che ho scelto, quindi, punta a massimizzare le suggestioni, il senso claustrofobico e perturbante che il progetto vuole veicolare».

Info

La mostra è co-prodotta da Emilbanca e realizzata con il supporto dello Spazio C21 (Palazzo Brami). Può essere visitata fino al 4 luglio presso lo Spazio fotografia San Zenone in Via San Zenone 2/B a Reggio Emilia.

Maggiori informazioni a questo link

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