21 Febbraio 2020 di Redazione Redazione

Dal 22 febbraio al 6 aprile Roma diventa la capitale italiana della fotografia con mostre, incontri, workshop e laboratori didattici. L’evento è organizzato dall’associazione Roma Fotografia con il patrocino di Roma Capitale e della Regione Lazio, in collaborazione con Istituto Luce, CoopCulture e Fondazione Cerasi e Palazzo Merulana.

Roma fotografia: la forza del Desiderio

Si tratta di un grande evento per la Capitale, dove ad essere investigati attraverso la fotografia saranno i contorni e le sfumature di questa forza straordinaria che muove il mondo. L’eros, il desiderio, si presenta nello sguardo di chi riesce a cogliere l’essenza e ogni forma di bellezza nell’esistenza. Nel continuo esercizio delle emozioni con cui stimoliamo i nostri sensi che diventa chiave di lettura per l’interpretazione di ciò che viviamo. Da questi principi nasce Roma Fotografia 2020 con l’intenzione di far emergere la capacità di Eros di immedesimarsi e celarsi tra le righe dell’esistenza, nelle pieghe della quotidianità.

Roma Fotografia: cosa c’è in programma

Il cuore dell’evento è Palazzo Merulana, che ospiterà un ciclo di tre personali tutte al femminile. Dallo spirito rivoluzionario delle fotografie di Tina Modotti alle dive del cinema muto negli anni Venti, alla contemporaneità intrisa di classicismo delle opere di Chiara Castelli, le protagoniste sono donne che rappresentano forza, indipendenza, coraggio ed emancipazione. Tra le diverse iniziative, segnaliamo la mostra tratta dall’archivio di Marcello Geppetti (dal 26 febbraio, Contesta Rock), i cui quaranta scatti condensano i temi “cinema” e desiderio, permettendo di rivivere un’epoca in cui Roma fu teatro di diversi episodi legati alla musica, alla politica e al costume. Il 12 marzo inaugura, invece, Passioni e Parole, a cura di Sonia Zimmitti, dove fotografia e parole si fondono per dare vita ad un nuovo modo di comunicare. E ancora, il 18 marzo apre allo Stadio di Domiziano la mostra curata da Maria Cristina Valeri e Alex Mezzenga dedicata alle immagini di grandi fotografi romani, come Ada Maselli o Fabio Lovino. Infine, tra gli incontri in programma, segnaliamo per il 21 e il 22 marzo la Lettura Portfolio Primo Premio Il Fotografo, dove, ad Alex Mezzenga e Robert Huner si affiancherà la redazione de Il Fotografo con l’art director Silvia Taietti e lo staff editor Giovanni Pelloso.
Ma Roma Fotografia ha pensato anche ai più giovani. In calendario, infatti, figurano diversi incontri con attività di laboratorio – a cura di alcuni ricercatori de La Sapienza di Roma e della Fondazione S.Lucia nel campo delle Neuroscienze – in alcune scuole secondarie di primo e secondo livello di Roma con lo scopo di sensibilizzare gli alunni sul tema dell’empatia e del rispetto reciproco grazie al supporto di dispositivi di Realtà Virtuale.

Roma Fotografia: focus on Tina Modotti

Tina Modotti

Mujer con bandiera © Tina Modotti


L’Eros della Rivoluzione di Tina Modotti sarà in esposizione dal 23 febbraio all’8 marzo. È un viaggio in quattro tappe che parte con le immagini iconiche che hanno reso l’autrice la fotografa più influente di inizio secolo. Il suo sguardo così acuto e particolare mostra una straordinaria capacità di raccontare la complessità di una rivoluzione senza mai perdere la delicatezza di porgere attenzione anche al più piccolo dettaglio. 
Ma chi è Tina Modotti? Nata a Udine nel 1896, a causa delle difficili condizione di vita, a soli 17 anni si imbarca su un piroscafo diretta verso la California, dove la attendono il padre e la sorella. Lì, conosce e si innamora del pittore canadese Roubaix de l’Abrie Richey, con cui si trasferisce a Los Angeles. Qui, intraprende una breve carriera holliwoodiana, ma presto incontra il fotografo Edward Weston, che diventa sue mentore. Con lui si trasferisce in Messico nel 1923. Legati da un’intensa passione e influenzati dal costruttivismo europeo e dall’estridentismo messicano, fotografano inizialmente gli stessi soggetti, ma sin da subito emerge la personalità fotografica densa di umanità della Modotti. L’amore per Weston è destinato a finire per essere rimpiazzato da una fervente passione politica. La sua attività artistica va sempre di pari passo con l’impegno politico, umano e sociale. La Modotti si concentra soprattutto sul ritratto e sul soggetto umano, raffigurato sempre in modo da evidenziarne la dimensione emotiva. Tra i suoi amici del periodo, figurano nomi di grandi artisti e intellettuali, tra cui Frida Kahlo, Julio Antonio Mella e Vittorio Vidali. Dalla fine degli anni Trenta in poi, cacciata dal Messico per non aver rinnegato il comunismo, il coinvolgimento di Tina Modali per la politica sarà tanto intenso da portarla ad abbandonare la fotografia. La Modali muore nel 1942 a Città del Messico dentro un taxi che la sta riportando a casa.
L’obiettivo di Tina Modotti è stato sempre quello di raccontare il mondo e le diverse sfaccettature della vita senza però la pretesa di fare arte, ed è proprio questo che ancora oggi affascina lo spettatore e la consacra come una delle maggiori fotografe del Novecento.
 
Per ulteriori informazioni visita il sito: http://www.roma-fotografia.it

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