22 Maggio 2019 di Vanessa Avatar

Le cornici naturali

Impariamo a riconoscere e sfruttare le cornici naturali: i nostri paesaggi ne trarranno immediato beneficio e i soggetti non si perderanno più nel vuoto…

Creare una cornice intorno alla scena o al soggetto è uno dei modi più efficaci per produrre una composizione serrata e strutturata.  Non serve solo a dirigere lo sguardo dell’osservatore verso la porzione più importante dell’immagine, ma è utile anche per nascondere o camuffare le aree meno interessanti, come una vasta distesa di cielo vuoto. Le cornici naturali possono ovviamente essere usate in qualsiasi genere fotografico, ma se ci facciamo caso noteremo che abbondano in fotografia paesaggistica. Abbiamo tutti in mente cosa possa costituire una valida cornice naturale: i rami sporgenti di un albero sono probabilmente l’esempio più ovvio, ma non certo l’unico. Avremo sicuramente visto immagini con una scogliera o l’ingresso di una grotta. Sul mare, le fenditure tra sporgenze di roccia possono inquadrare alla perfezione la spiaggia, l’acqua e il cielo alle loro spalle. Sono tutti esempi piuttosto ovvi, e sicuramente già ampiamente sfruttati, ma se cominciamo a pensare alle cornici naturali, di sicuro si presenteranno nuove idee. Per esempio, perché non sfruttare i fianchi di una montagna per incorniciare gli elementi del paesaggio? Anche le nuvole in cielo possono rivelarsi efficaci cornici, contenendo gli elementi sul terreno e costringendo lo sguardo in basso verso di loro.

Le cornici naturali:come

Quando inquadriamo una cornice e abbiamo il sole alle spalle, la luce cade in modo abbastanza omogeneo su tutta la scena, ogni elemento riceve la stessa illuminazione e l’esposizione è piuttosto semplice: tutto risulta più o meno come lo vediamo a occhio nudo. Se però ci troviamo all’interno dell’ombra proiettata dalla cornice, è facile incorrere in una sovraesposizione della scena principale. Se capita, spostiamoci e usciamo dall’ombra, eseguiamo una lettura esposimetrica, blocchiamola con la funzione AE-Lock oppure impostiamola in modalità manuale e non cambiamo nulla finché non torniamo alla posizione di scatto e ricomponiamo con la cornice nell’inquadratura.

Le cornici naturali: quali

ARCHI E ARCATE:  sono una soluzione già vista, ma di sicuro si prestano sempre a incorniciare bene un punto focale. Questo scatto funziona particolarmente perché i dettagli della cornice completano il soggetto.

PENSIAMO ALLA SIMMETRIA: quando cerchiamo una cornice naturale nella scena – è sempre piacevole. Anche la disposizione più semplice, come questa, può creare enorme impatto.

UNA CORNICE NATURALE: è un ottimo modo per aggiungere un elemento di interesse al primo piano di una scena. In questa immagine il castello è il punto focale, ma l’impatto viene tutto dai teatrali spuntoni in primo piano.

IL SOGGETTO: non deve per forza riempire l’inquadratura per avere impatto: qui lo spazio vuoto concorre a dare forza alla composizione ponendo enfasi sulla cappelletta. Usiamo forme delicate ma grafiche, come il contorno di una nuvola o di una collina. Se la chiesetta fosse stata centrata l’immagine non avrebbe avuto la stessa energia. Guardiamoci attorno e cominceremo a notare cornici nelle forme più improbabili.

LA CORNICE IN OMBRA: qui crea un intenso contrasto con la scena più luminosa alle spalle. Cerchiamo differenze di colori e luce per dare importanza alla cornice e aggiungere impatto. Se non possiamo muoverci, controlliamo l’immagine di anteprima e l’istogramma e applichiamo la necessaria compensazione prima di scattare nuovamente. Quando invece scattiamo in controluce, o se abbiamo il sole di lato, solo la parte principale della scena sarà probabilmente bene illuminata, mentre la cornice riceverà poca o pochissima luce e verrà in parte sottoesposta o in completa silhouette. Per quanto riguarda la messa a fuoco, se vogliamo che tutto risulti perfettamente nitido, sia nella cornice sia nel paesaggio, selezioniamo un diaframma chiuso, come f/13, e usiamo la messa a fuoco iperfocale per sfruttare ogni centimetro di profondità di campo.

Il possibile approccio alternativo, invece, è aprire il diaframma, intorno a f/4, e mettere a fuoco sulla scena al di là della cornice: con una profondità di campo così ridotta, la cornice risulterà sfocata e tutta l’attenzione andrà sul punto di fuoco e il soggetto principale.

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