13 Marzo 2019 di Vanessa Avatar

Si è conclusa con la vittoria dell’italiana Federica Belli la terza stagione di Master of Photography, il primo talent show europeo dedicato al mondo della fotografia, aggiudicandosi il premio di 100.000 euro attribuiti dalla giuria composta da Oliviero Toscani, Mark Sealy ed Elisabeth Biondi.

Intervista a Federica Belli vincitrice di Master of Photography

Ci puoi raccontare come hai cominciato a scattare e quando ti sei avvicinata alla fotografia?
«È nato tutto quasi per caso, così come succede spesso con le passioni. Nonostante io sia molto giovane, fotografo ormai da quasi dieci anni. Avendo passato la mia infanzia in campagna posso dire di aver avuto molto tempo libero, che normalmente occupavo leggendo, scrivendo o suonando il pianoforte. Ero una bambina molto solitaria e curiosa. Forse per la prima volta nella mia vita, mi trovavo a casa da sola. I miei genitori avevano lasciato una compatta sul mobiletto nell’ingresso di casa, una di quelle a pile che erano così popolari in quegli anni. Inutile dire quanto quello strumentino sconosciuto fosse irresistibile ai miei occhi. La presi in mano e decisi di provarla nei campi intorno casa. Coricata tra fili d’erba e soffioni, mi sono trovata a divertirmi in un modo nuovo, a rilassarmi completamente. Dopo la scrittura e la musica, avevo finalmente trovato un linguaggio con il quale esprimermi completamente. Da allora non l’ho più abbandonato, tutti gli altri mezzi espressivi mi paiono incompleti. Si può quindi dire che io abbia iniziato a fotografare i piccoli dettagli naturali che circondavano la mia casa. Ero una bambina molto timida e guardare le persone negli occhi era completamente fuori dalla mia portata. Non appena ho imparato a gestire tecnicamente la macchina fotografica, ho provato a puntarla verso le persone intorno a me. Quella sensazione, il poter finalmente osservare lo sguardo e le movenze umane per la prima volta, non la dimenticherò mai. Attraverso il filtro dell’obiettivo mi sentivo più protetta, al sicuro. Finalmente potevo vedere dentro gli umani. Forse è per questo che fotografare mi fa sentire così libera. È stato il linguaggio che mi ha permesso di crescere, di superare la mia timidezza e diventare la persona che sono ora».

Cosa vuoi raccontare attraverso le tue fotografie?
«Ogni piccolo progetto spera di avere uno scopo diverso, sempre in evoluzione così come sono io. In realtà, riguardando le mie fotografie a posteriori, trovo sempre una sorta di malinconia. Forse cerco solo di esorcizzare quella lieve tristezza che è naturale nella vita, eppure così difficile da razionalizzare. Viene molto più semplice ripromettersi che sia possibile essere felici costantemente, quando  la bellezza della vita è proprio nell’incertezza. È questo che cerco di trasmettere attraverso le mie fotografie. Nella vita tendo a trovare il lato positivo e apprezzare ogni piccolo dettaglio, sono una sorta di Golden Retriever umano; la fotografia rappresenta quasi una mia seconda personalità. Spesso sento il bisogno di una valvola di sfogo, di liberare un lato nascosto di me. Di mostrare che c’è bellezza anche dove non si trova normalmente, nella solitudine e nella riflessione».

Se dovessi scegliere una sensazione che ti guida mentre scatti ?
«Credo sia l’empatia, il voler far capire ai miei soggetti che li capisco e che anche io sono umana, proprio come loro. Che anche io sono debole e che non ho paura di mostrarlo. Non appena ci accorgiamo di essere ritratti tendiamo a mostrarci sorridenti, nel nostro angolo migliore. Così insegnano i social. Quello che cerco, al contrario, è proprio quell’apertura che si manifesta solo nel silenzio. Passati alcuni minuti sento una sorta di noia nel soggetto che inevitabilmente lo porta a liberarsi delle proprie difese, di ogni filtro. allora che riesco a vedere davvero negli occhi delle persone, attraverso il filtro della macchina fotografica».

Raccontaci la tua esperienza a MOP .
«Ho seguito la prima stagione di Master of Photography  e quasi per scherzo avevo deciso che mi sarei iscritta alla seconda stagione. Quando è giunto il momento di farlo ho scoperto che le selezioni sarebbero state chiuse pochi giorni prima del mio diciottesimo compleanno, per cui non ho potuto iscrivermi. Forse è stato meglio così. Il caso vuole che io abbia ritrovato una pubblicità riguardo le iscrizioni per l’edizione successiva di Master of Photography . L’ho preso come un segno e ho deciso di tentare.
Quando ho saputo di essere stata presa è stato uno shock. Ero così felice e sorpresa da non riuscire a urlare, non avevo idea di cosa mi aspettasse. Chiaramente immaginavo soltanto ciò che era stato trasmesso in televisione: le esterne per fotografare e le puntate in studio. In realtà è stato bellissimo scoprire il mondo che c’è dietro. La vita insieme agli  altri concorrenti, l’ambiente di supporto e condivisione, la sensazione di essere in una famiglia. Tutta la produzione ci ha sostenuti e ha creduto in noi. Mi sono trovata nel posto giusto al momento giusto, ogni cosa è andata al suo posto in modo molto naturale, senza aspettative o pretese. Forse anche per questo l’ho vissuta così bene».

Quali sono i tuoi progetti futuri?
«I miei progetti futuri sono piuttosto indefiniti, sono felice che sia così. Il prossimo anno conto di finire la triennale di Economia, poi mi butterò nel mondo della fotografia al 100 % sperando che sia, almeno a livello personale, una soddisfazione. La fotografia mi permette di esprimermi a 360°. Il punto di arrivo sarebbe poterlo fare liberamente anche rispondendo a esigenze lavorative; non è assolutamente scontato. Non mi pongo dei limiti, ho ancora molto da scoprire in questo mondo. Devo dire che fino a ora non c’è stato alcun genere fotografico che non mi abbia affascinata una volta scoperto. Riducendo gli scatti al nocciolo, sono tutti molto simili nel messaggio che vogliono comunicare. Sono ritratti del mio modo di vivere ciò che mi circonda

 

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