Premio Voglino: i vincitori del 2017 in mostra al festival della fotografia Etica
Saranno esposti al Festival della Fotografia Etica di Lodi dal 6 al 28 ottobre i progetti vincitori del Premio Voglino 2017. Primo su tutti “Korean Dream” di Filippo Venturi, giudicato Miglior Portfolio per aver saputo documentare, con completezza di sguardo e capacità documentaristica, uno dei Paesi – focus Corea del Nord – più chiusi al mondo in un sistema restrittivo che costringe il fotografo alla produzione di immagini controllate ed iconograficamente propagandistiche, facendo emergere, per paradosso, la rappresentazione di una realtà architettata per l’assoluto controllo nella quale però le figure sfuggono alla perfezione fredda e raggelante trovando nell’istantaneo rapporto con il fotografo un frammento di naturalezza. Il portfolio premiato sarà esposto nell’interezza del progetto e dunque con “Made in Korea”, capitolo complementare dedicato alla Corea del Sud. In programma anche la presentazione del volume dedicato, edito da emuse.
Premio Voglino: i vincitori
Insieme a lui Tomaso Clavarino, vincitore del Premio nella categoria Giovane Talento per il progetto di estrema attualità “Confiteor” che documenta la storia delle vittime che hanno subito abusi da parte della Chiesa. L’autore affronta con coraggio e cura un tema difficilmente documentato attraverso un linguaggio che mescola ritratti, luoghi, testimonianze e documenti originali. Con questo riconoscimento la Giuria – composta, da consuetudine, da professionisti del mondo della fotografia, dell’editoria e del fotogiornalismo – ha voluto incoraggiare Clavarino all’ulteriore documentazione e prosecuzione del lavoro: oggi anche Confiteor, ancora in progress, ha un libro dedicato, edito da Zinetonic nel 2018.
Infine, per il Premio Fotografia Etica, troveremo “Perle, young exorcist”, l’ultimo capitolo di un progetto decennale iniziato nel 2006 da Riccardo Bononi e ambientato sullo sfondo di un villaggio malgascio interamente abitato da esorcisti luterani e “pazienti posseduti”. Il progetto racconta, attraverso il mezzo fotografico, una storia di straordinario interesse antropologico umano, dando ulteriore dimostrazione del ruolo attivo del fotografo che, a partire dalla storia narrata, può alimentare l’importante dibattito sul ruolo etico del fotogiornalismo nel produrre cambiamenti positivi attraverso la documentazione dei soprusi e delle ingiustizie perpetrati sui più deboli. Il lavoro completo in forma di libro è pubblicato col titolo “Une belle vie, une belle morte” da IRFOSS, già partner del Premio Voglino.
Gli autori saranno inoltre impegnati in visite guidate nelle giornate del 13 e 14 ottobre e nella giornata del 28 ottobre – quando si terrà la Premiazione del Premio Voglino, quest’anno giunto alla IV Edizione. Sempre nel 2017 a Claudio Aresi venne conferita una menzione d’onore per il tentativo di provocazione insito nel progetto, presentato sotto forma di rivista, “Sp40 – Rogue” – “per l’utilizzo di una pluralità di linguaggi sull’argomento della prostituzione in Italia, ma non solo” e “il forte lavoro di ricerca nella quantità e varietà di fonti e informazioni”. In attesa del prossimo, imminente appuntamento l’organizzazione del Premio Voglino, istituito e diretto da Cecilia Pratizzoli con il sostegno di tanti amici e professionisti dell’ambito, segue con passione e orgoglio gli autori che esporranno, confermandosi ancora una volta realtà capace di selezionare, valorizzare e diffondere il meglio del linguaggio fotografico contemporaneo.
Lo stesso accadrà il 20 e 21 ottobre 2018 con la IV Edizione e rinnovate Letture Portfolio che, da realizzare in loco o da remoto, sono volte a scoprire nuovi autori e così arricchire la neonata piattaforma Italian Collection; quest’ultima è solo un tassello del più ampio progetto che, dedicato alla figura di Alessandro Voglino, si propone di diventare sempre più punto di riferimento e catalizzatore del panorama autoriale italiano.
Le iscrizioni sono già aperte, maggiori informazioni al sito www.premiovoglino.com.
Immagine in evidenza Riccardo Bonomi